Il piano di Dirk Behrendt
contro l’odio antiebraico

Il piano di Dirk Behrendt contro l'odio antiebraico

È un progetto importante quello presentato nei giorni scorsi da Dirk Behrendt, responsabile della Giustizia e della lotta alle discriminazioni nel governo del Land di Berlino. Si tratta di un piano molto dettagliato per combattere l’odio contro gli ebrei. Ce n’è bisogno? Sicuramente sì, se ci ricordiamo (verbo da usare sempre, parlando di questi argomenti) che l’«Ufficio di ricerca e informazione sull’antisemitismo» ha registrato nella capitale tedesca durante la prima metà dell’anno scorso 527 episodi legati ad una realtà che sarebbe profondamente sbagliato sottovalutare. Molti sono maturati (ma non vanno certo dimenticati l’estremismo di destra e l’ambiente degli ultrà calcistici) tra i giovani che hanno radici familiari islamiche. «Sono proprio i giovani il nostro principale obiettivo, perché più facilmente influenzabili», ha detto Behrendt a Deutsche Welle .

  Quarantasette anni, cresciuto nel distretto di Reinickendorf, dottorato in giurisprudenza alla Frei Universität, eletto con i Verdi nel collegio di Friedrichschein-Kreuzberg, Behring è uno degli uomini di punta dell’amministrazione guidata dal sindaco socialdemocratico Michael Müller. A condividere con lui la responsabilità del progetto (il primo a livello regionale) è stata la segretaria di Stato Sawsan Chebli, esponente dell’Spd, ex portavoce del ministero degli Esteri, figlia di rifugiati provenienti dalla Palestina, che ha recentemente sottolineato che nelle scuole «quattro alunni su dieci non sanno niente di Auschwitz».

  «La nostra iniziativa è necessaria perché l’odio contro gli ebrei è purtroppo in crescita a Berlino», dice Behrendt, che lavorerà in stretto contatto con il diplomatico Felix Klein, responsabile della commissione federale per la lotta all’antisemitismo costituita poco meno di un anno fa dal governo Merkel . Oltre a puntare sull’educazione dei giovani, il progetto berlinese si occuperà poi di sicurezza, protezione delle vittime e prevenzione. Molto impegno verrà dedicato inoltre al lavoro di formazione degli insegnanti e degli agenti di polizia. Alla fine, una sola domanda. Perché in Italia tutto questo non si fa?

Fonti
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22 marzo 2019, 19:40 - modifica il 10 giugno 2019 | 19:09

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