La sinistra non può vincere
senza le classi popolari

risponde Aldo Cazzullo

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Caro Aldo,
in un dibattito post-elettorale i partecipanti e i conduttori hanno sottolineato più volte con sufficienza come l’elettorato Pd sia radicato tra gli strati più istruiti della popolazione delle aree metropolitane mentre quello della Lega sia l’elettorato più «periferico». La sinistra ritiene che la strada per recuperare consensi sia quella di dare dei zoticoni/ignoranti a chi oggi non la vota?
Mauro de Stefano

Caro Mauro,
Non credo che nessuno in questi giorni si sia permesso di dare degli zoticoni e ignoranti agli elettori, e ci mancherebbe. Lei sottolinea un fenomeno che esiste ormai in tutto il mondo. La sinistra vince nei centri urbani e perde nelle periferie e in provincia. I dati delle Europee lo confermano. Il Pd recupera il suo elettorato anti-renziano; ma non intercetta un voto che sia uno in uscita dai 5 Stelle. I ceti popolari in fuga dal Movimento — che com’era facilmente prevedibile non ha retto il passaggio dal Vaffa al governo — non guardano al Pd ma alla Lega. A Torino e a Genova il Pd torna primo partito tranne che nei quartieri un tempo rossi delle Vallette e di Val Polcevera.
A Roma il Pd è al 42% nel centro storico, vince in zone un tempo «nere» come i Parioli e corso Trieste; ma a Tor Bella Monaca la Lega è al 37. Il Pd prevale a Milano, che fu craxiana, leghista e berlusconiana, mentre la Lega è primo partito in Emilia Romagna, grazie al voto della provincia. Il principio della democrazia, come lei ben sa caro Mauro, è una testa, un voto. I voti si contano, non si pesano. Nessuna forma di discriminazione è accettabile. Molti elettori che vivono in periferia leggono, viaggiano, si informano. E gli elettori che vivono nei centri storici e nei quartieri borghesi non per questo sono affamatori del popolo o anche solo privilegiati: il denaro non è lo sterco del demonio, se guadagnato onestamente e pagando le tasse; e avere in casa qualche libro non è ancora reato.
La sfida dei progressisti è sempre stata proprio portare i libri anche nelle case dei poveri. «Per me la sinistra era un padre che porta in casa il pane, l’olio, il vino e con quel che risparmia compra un libro a suo figlio»: non l’ha detto Lenin ma Renato Zero, figlio di un poliziotto. Considero il comunismo una tragedia e non ho affatto il mito del comunismo «diverso» italiano, però bisogna riconoscere che la forza del Pci era raccogliere il voto degli intellettuali e degli operai. La sinistra non può vincere senza le classi popolari. E non lo avrà fino a quando non cambierà radicalmente linea sull’immigrazione, che nelle periferie ha scatenato una guerra tra poveri.

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Stefi

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