16 giugno 2018 - 22:25

Per i trasporti urbani
ritorno al passato:
Uber punta sulla bici

Ogni giorno ci sono nuove meraviglie digitali e anche le vecchie care due ruote sono trasformate in piattaforme tecnologiche

di Massimo Gaggi

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Auto elettriche, auto che si guidano da sole, Larry Page di Google che finanzia prototipi di auto volanti. Mentre Elon Musk, che in superficie vende (con qualche affanno nella gestione delle fabbriche) le sue eleganti Tesla, sottoterra propone viaggi su veicoli-pallottola sparati nei tubi dell’Hyperloop. ll mondo del trasporto si arricchisce ogni giorno di qualche meraviglia tecnologica, ma per gli spostamenti nelle aree urbane, soprattutto quelle più congestionate, il futuro sembra riservare grande spazio alle vecchie e care biciclette. Bici digitali, certo, trasformate in piattaforme tecnologiche come quelle di Mobike e di altre multinazionali delle due ruote che hanno invaso anche le città italiane: possono essere prese, pagate e lasciate ovunque, gestendo tutto con lo smartphone.

Da qualche mese Uber, piattaforma planetaria per i servizi di autopubblica, ha cominciato a offrire anche l’affitto di bici e poi ha addirittura comprato Jump, una delle più diffuse piattaforme di bike-sharing, perché, come ha spiegato il capo dell’azienda californiana, «la nostra missione è quella di portare i clienti dal punto A al punto B nel modo più rapido ed economico possibile». E a volte si fa prima in bici. Bici che sono sempre più sofisticate, spesso hanno motori elettrici che, grazie ai progressi tecnologici, stanno diventando minuscoli e leggerissimi. O con i mini-scooter che impazzano a San Francisco, capitale mondiale dell’alta tecnologia. Avevano invaso anche i marciapiedi provocando proteste e la reazione delle autorità cittadine. Ma il dato è che da China Didi e Ofo in Cina a Ola Pedal in India, una trentina di start up delle due ruote stanno attirando un enorme volume di capitali e cambiando le prospettive della mobilità in tutto il mondo.

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