26 novembre 2018 - 22:02

Pechino vince (e perde)
le elezioni a Taiwan

Il Dpp, sostenuto da molti giovani che accarezzano il sogno irrealizzabile di indipendenza formale dell’isola, ha lasciato sul campo la metà dei suoi sindaci. Il governo cinese ha espresso soddisfazione, ma il partito comunista non si sottopone al giudizio dei cittadini

di Guido Santevecchi

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La presidente di Taiwan Tsai Ing-wen (Reuters/Ann Wang) La presidente di Taiwan Tsai Ing-wen (Reuters/Ann Wang)
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Tre anni fa l’elezione della signora Tsai Ing-wen alla presidenza di Taiwan aveva allarmato e irritato Pechino. Tsai guidava il Partito progressista democratico (Dpp), sostenuto da molti giovani che accarezzano il sogno irrealizzabile di indipendenza formale dalla Cina. Ora il Dpp ha perso malamente le elezioni amministrative, lasciando sul campo la metà dei suoi sindaci, scavalcato dal vecchio Kuomintang, una volta nemico dell’esercito di Mao durante la guerra civile e ora d’accordo in linea di principio che «la Cina è una». Non c’è dialogo tra Xi Jinping e Tsai Ing-wen: da quando la signora guida Taiwan la Cina si è dedicata con meticolosità a stringere l’isolamento, sottraendole gli ultimi alleati diplomatici. Ora restano solo 18 Paesi nel mondo che riconoscono pienamente Taiwan.

Subito dopo la sconfitta, dovuta anche ai problemi locali e dell’economia, Tsai si è dimessa da leader del partito dicendo: «La democrazia ci ha dato una lezione». A Pechino non c’è la democrazia cara a noi occidentali, ma sono molto soddisfatti di questo voto nella provincia ribelle che vogliono riportare sotto controllo, con la persuasione o con la forza. Il governo comunista ha commentato: «I risultati riflettono la forte volontà popolare di continuare a condividere i benefici dello sviluppo pacifico nelle relazioni attraverso lo Stretto». La grande Cina è convinta di aver vinto le elezioni nella piccola Taiwan. E forse è vero, perché fra poco più di un anno ci saranno le presidenziali e il Kuomintang potrebbe tornare al potere riaprendo il dialogo. Ma Pechino ha anche perso, visto che il Partito che non si sottopone al giudizio dei propri cittadini è costretto ad esultare per il voto libero della provincia da riassorbire. C’è molta ipocrisia intorno al futuro di Taiwan. Gli Stati Uniti hanno accettato da oltre trent’anni la politica «One China»; però Mike Pence ha appena dichiarato che Taipei dimostra come ci possa essere una via democratica cinese, usando il tema per ammonire Pechino.

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