10 febbraio 2019 - 21:42

Una scritta «Juden»
e l’antisemitismo tra i gilet gialli

Il problema è il clima di irresponsabilità che questa rivolta contribuisce a creare

di Stefano Montefiori

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Una scritta «Juden» e l’antisemitismo tra i gilet gialli
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La scritta gialla «juden!» è apparsa nella notte tra venerdì e sabato sulla vetrina di un ristorante della catena Bagelstein nell’Île Saint-Louis, a Parigi. Significa «ebrei» in tedesco, ed è una citazione dei marchi di infamia che i nazisti apponevano sui negozi tenuti dagli ebrei a partire dal 1933. Il ministro Castaner ha denunciato l’atto di antisemitismo e ha lamentato il fatto che «le lezioni più tragiche della Storia non rischiarano più le coscienze». Il proprietario si è affrettato a precisare che la scritta risale a qualche ore prima della manifestazione dei gilet gialli e che il corteo poi non è passato di lì. Si comprende la preoccupazione di non inimicarsi manifestanti poco teneri con chi osa criticarli (lo chef stellato Yannick Delpech ha avuto il suo ristorante di Tolosa incendiato per questo), e in ogni caso è sacrosanto non incolpare nessuno a sproposito. Ma un problema resta, ed è il clima di irresponsabilità che questa rivolta contribuisce a creare, ogni sabato, in Francia.

Nei cortei c’è di tutto: tanta gente pacifica e rispettabile, qualcuno che dà fuoco alle auto, altri che gridano o scrivono scempiaggini, e nessuno contesta l’altro. Così si vedono scritte come «Macron prostituta degli ebrei» e sugli striscioni ricorre l’equazione ricchi-banche-ebrei; a Strasburgo una settimana fa alcuni ebrei sono stati insultati da gilet gialli mentre pregavano in sinagoga, per non parlare dell’ex comico antisemita Dieudonné e del neonazista Hervé Ryssen che esibiscono fieri il loro gilet giallo. I manifestanti non sono tutti così, ovviamente, e abbiamo visto sfilare anche i famosi pensionati che non arrivano alla fine del mese. Ma chi decide chi è il gilet giallo autentico? Chi è «rappresentativo del movimento»? E perché queste minoranze sono tollerate dal 17 novembre, giorno del primo corteo? Chi ha scritto «juden» sulla vetrina forse non portava un gilet giallo. Ma lo indossano alcuni che, se anche lo avessero visto all’opera, si sarebbero girati dall’altra parte, o avrebbero applaudito.

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