Un paradosso del voto: la Lega al Sud che supera il Pd

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«Sono tutti scemi? Non credo proprio». Salvini parla dei tanti che lo hanno votato al Sud e si capisce benissimo, anche se non lo dice, che su quell’aggettivo chiama ora a riflettere tutti gli altri. La sua Lega, fino a ieri col Nord nel simbolo, ha superato il Pd nell’intero Mezzogiorno, isole comprese. Ha superato, cioè, il partito che più di ogni altro ha fatto riferimento, anche dal punto di vista ideale e paradigmatico, alla questione meridionale. Ciò vuol dire che mentre gli altri sorpassi elettorali sono stati più o meno previsti e valutati, questo non solo è sfuggito a ogni schema previsionale, ma risulta anche il più paradossale. Che a livello nazionale la Lega avrebbe superato il M5s lo dicevano i sondaggi. Che il Pd avrebbe potuto sorpassare il M5s era nelle ipotesi.

Ma che nel Sud un tempo tutto dei governatori del Pd Salvini potesse arrivare secondo dopo Di Maio forse non lo avevano calcolato neanche i leghisti. Nella circoscrizione meridionale il podio è questo: M5s al 29,16%, Lega al 23,46 e Pd al 17,85. Tradotti, questi dati dicono che alle prossime regionali nulla più è scontato, e che per il Pd potrebbero esserci altri tonfi come in Sicilia e Basilicata. Il sorpasso si registra infatti in tutte le regioni. E se in Campania è di solo 2227 voti, in Puglia è di 8 punti percentuali. Solo un anno fa, la Lega è risultata prima solo in 3 comuni in Abruzzo e in altrettanti in Sicilia. Per il resto, è arrivata seconda in 33 comuni sardi, 83 abruzzesi e 6 molisani. Nel darsi una spiegazione, il Pd ha finora fatto ricorso a categorie proprie dell’irrazionale. Quando ha toccato il tema caldo del regionalismo differenziato lo ha fatto solo per dire che l’Emilia Romagna, accettandolo, ha consegnato quella regione alla Lega. Non una parola, invece, sul fatto che, contrastandolo a prescindere, il Sud si è ritrovato comunque con Salvini davanti.

30 maggio 2019, 20:43 - modifica il 30 maggio 2019 | 20:44

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