22 agosto 2018 - 22:30

Salvini attacca Fico sulla Diciotti: «Il ministro sono io, mi arrestino pure». La telefonata con Conte

«Fico pensi al suo lavoro, non do il consenso». Il premier lo rassicura: «Matteo sai che io sto con te. Siamo perfettamente allineati»

di Alessandro Trocino

Matteo Salvini a Pinzolo (LaPresse) Matteo Salvini a Pinzolo (LaPresse)
shadow

Prima del consueto «bacione», con indosso la maglietta degli alpini, in diretta facebook da Pinzolo (Trentino), Matteo Salvini la mette così: «O cambiate ministro o cambiate Paese». Tira dritto il vicepremier e ministro dell’Interno. E lo fa senza esitazioni, nonostante per tutta la giornata venga subissato di telefonate. Perché direttamente o indirettamente, in tanti provano a farlo desistere dai propositi bellicosi. Tra gli altri arriva la telefonata di Giuseppe Conte, con il quale scambia anche diversi messaggi. Il premier lo rassicura: «Matteo sai che io sto con te. Siamo perfettamente allineati con le richieste all’Europa. Però ora basta, non possiamo andare avanti così con la Diciotti».

«Europa vigliacca»

Salvini incassa l’appoggio, ringrazia ma non si smuove di un millimetro. Con il Quirinale non ha contatti diretti, ma gli arrivano segnali di irritazione e inquietudine. Nella diretta social chiama in causa quasi provocatoriamente premier e Colle (che aveva già sbloccato una situazione analoga a Trapani): «Se vogliono intervenire, lo facciano. Ma non con il mio consenso». Ai suoi aggiunge: «Non mi faccio prendere in giro dall’Europa vigliacca. E se cedo ora, poi non andiamo da nessuna parte. Se vogliono, si prendano la responsabilità Conte e Mattarella». Per sbloccare la situazione, l’unica soluzione sarebbe un intervento netto di qualche Paese europeo: «Ma non basta che si prendano l’impegno — dice ai suoi Salvini —. Già a Pozzallo ci hanno fregato. Voglio garanzie e tempi certi. Altrimenti, per quanto mi riguarda, possono anche tornare tutti indietro».

«Ormai Fico è diventato come la Boldrini»

Per il resto, il vicepremier si trova perfettamente a suo agio in questa situazione di tensione: «Vogliono arrestarmi? Leggo che la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona. Sono qua, non sono ignoto». A Roberto Fico, che chiedeva di far scendere i migranti, risponde durissimo: «Tu fai il presidente della Camera, io il ministro. Sei pagato per fare quello. Ma forse non è un incarico fortunato: Bertinotti, Fini, Boldrini, Fico...». Ai suoi aggiunge: «Ormai Fico è diventato come la Boldrini». Poi identifica l’opposizione con «Asia Argento, che di notte fa e disfa; Gad Lerner, chissà se il suo Rolex funziona ancora; e Roberto Saviano, chissà cosa sta scopiazzando». Ce n’è anche per l’opposizione ufficiale, ovvero per il segretario del Partito democratico Maurizio Martina, arrivato a Catania: «Poveretto. Sono vicino agli elettori del Pd, mi fate tenerezza. Mi fanno pena, passano le loro giornate a insultarmi».

«O siete stupidi o siete complici»

La decisione di far scendere i bambini era già maturata, il giorno precedente, ma si doveva verificare l’età reale. In diretta Salvini annuncia: «I bambini scendano pure. Perché noi italiani abbiamo un cuore grande. Ma gli adulti no, nisba. Non mi bastano ottantamila sbarchi in meno. Stiamo battagliando perché i Paesi europei si prendano le loro responsabilità. Ma la soluzione finale è fare come gli australiani: no way. Senza documenti non deve entrare più nessuno. Rimandarli indietro. I fenomeni che dicono apriamo i porti, gli imbecilli, lo sanno che finanziano lo spaccio di droga? O siete stupidi o siete complici». E ancora su Saviano, con un chiaro invito ai magistrati a intervenire: «Ci sarà un giudice che dice non è possibile dare del malavitoso a un ministro?».

«Fate la morale a me?»

Salvini prosegue il suo intervento a braccio per 22 minuti: «Sono stufo di vedere in giro per le nostre città decine di migliaia di finti profughi che non fanno niente dalla mattina alla sera e che costano agli italiani 5 miliardi di euro. Gli sbarchi si sono ridotti di 32 mila solo nel mio periodo al ministero, ma non mi basta; le Ong hanno capito che è meglio che girino al largo, gli amici telefonisti degli scafisti hanno capito che in Italia non è più aria, andate dove volete, in Francia, in Spagna, a Gibilterra, a Malta, non qui. Per gli scafisti, i mafiosi, i camorristi, i trafficanti di armi, di droga e di esseri umani è finita la pacchia». Poi si rivolge agli italiani: «Io voglio dare risposte a cinque milioni di italiani in povertà, al milione di invalidi civili che sopravvive con 278 euro al mese, ai ragazzini autistici, agli insegnanti, agli agricoltori, alle partite iva, ai camionisti. Voglio dare una risposta anche se dall’Europa già rompono le palle. E basta, fateci sopravvivere. Ricordo ai fenomeni europei che dovevano accogliere 35 mila profughi e invece ne hanno accolti 12 mila. Un terzo. E fate la morale a me?».Salvini aspetta. Ha l’appoggio, inquieto, di Conte. Quello di Toninelli, che si dichiara incompetente sullo sbarco. Ma un’opinione pubblica che preme. Il braccio di ferro va avanti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT