24 agosto 2018 - 12:42

Diciotti, nessun accordo con Ue Viminale: «Non sbarca nessuno» Conte: «Italia trarrà conseguenze»

Il Viminale: «Ue non esiste, non sbarca nessuno». Moavero: «Pagare i contributi all’Ue è un dovere»

di Redazione politica

(Reuters) (Reuters)
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Nulla di fatto a Bruxelles: dalla riunione tecnica non è arrivato alcun accordo o sulla Diciotti, almeno secondo fonti diplomatiche. La richiesta dell'Italia, pertanto, non hanno riscosso il favore dei partner. Uno dei punti contrari è che il flusso di migranti pro-capite è molto al di sotto di quello in altri Stati membri attualmente e perciò, a loro avviso, non vi sarebbe necessità di condividere la responsabilità.

Salvini: «Pm interroghino me, anche domani»

«Il vertice di Bruxelles si è chiuso con un nulla di fatto. Ennesima dimostrazione che l'Europa non esiste. Visto che l'Italia, negli ultimi anni, ha accolto 700mila cittadini stranieri, la linea del Viminale non cambia. Dalla Diciotti non sbarca nessuno. Su questo fronte il governo è compatto». È quello che sottolineano fonti del Viminale in risposta alle notizie giunte dal vertice. Intanto il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sarà a Roma, sabato, per sentire alcuni funzionari del ministero dell'Interno nell'ambito dell'inchiesta sul trattenimento dei 150 migranti. La risposta di Salvini alla notizia p quasi immediata: «Pm interroghino me anche domani». Il ministro dell'Interno si rivolge così direttamente al pm Patronaggio: «Non andasse ad interrogare e chiedere lumi a dei funzionari, che svolgono delle direttive che il responsabile dà. Se questo magistrato vuole capire qualcosa, sono disponibile a farmi interrogare anche domani mattina».

Conte: «Ue ipocrita»

Interviene anche su Facebook il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «L'Italia è costretta a prendere atto che l'Europa oggi ha perso una buona occasione: in materia di immigrazione non è riuscita a battere un colpo in direzione dei principi di solidarietà e di responsabilità che pure vengono costantemente declamati quali valori fondamentali dell'ordinamento europeo». «Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. Bene. Se questi sono i “fatti” - aggiunge il premier - vorrà dire che l’Italia ne trarrà le conseguenze e, d’ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia perseguendo un quadro coerente e determinato d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa».

Di Maio: «L'ue ha voltato le spalle all'Italia»

«Oggi l'Unione Europea ha deciso di voltare le spalle all'Italia ancora una volta. Hanno deciso di fregarsene dei principi di solidarietà e di responsabilità nonostante nell'ultimo consiglio europeo avessero assicurato che chi sbarcava in Italia sbarcava in Europa». Lo scrive Luigi Di Maio in un post ribadendo la sua sfida all'Europa: «Noi siamo pronti a tagliare i fondi che diamo all'Ue. Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarseli e si prendano carico di un problema che non possiamo più affrontare da soli. I confini dell'Italia sono i confini dell'Europa. Agli italiani non chiederemo un centesimo di più». Sulla stessa falsariga anche l'altro vicepermier. «Come dice giustamente il presidente Conte e il collega Di Maio - ha detto Matteo Salvini - l'Italia paga abbondantemente l'Ue, e vedremo di pagarla un po' di meno».

Moavero: «Pagare i contributi dovere legale»

Sull'argomento era però già intervenuto il ministro degli Esteri Enzo Moavero al Meeting di Cl per cercare di attenuare la polemica: «Pagare i contributi all'Unione europea è un dovere legale. Ci confronteremo su queste e su altre questioni». Intanto il commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger su Twitter precisa: «Se l'Italia si rifiutasse di pagare i suoi contributi all'EUbudget, sarebbe la prima volta nella storia della Ue. Questo comporterebbe interessi per ritardi nei pagamenti. E una violazione delle obbligazioni dei trattati che condurrebbe a possibili ulteriori pesanti sanzioni». Il commissario europeo al Bilancio conclude il post con l'hashtag #cooperazione-non-minacce.

La dichiarazione non adottata

In particolare, la riunione a Bruxelles si è conclusa senza l'ok a una dichiarazione finale di intenti che era stata preparata ma poi non adottata. La bozza della dichiarazione prevedeva un accordo generico ma condiviso sulla questione del pattugliatore italiano attualmente fermo al porto di Catania: «La riunione ha permesso di fare passi avanti verso una soluzione condivisa per i migranti a bordo della Diciotti - si legge nel documento mai adottato - e quelli che recentemente sono sbarcati in Spagna, come è stato fatto in precedenti operazioni. La discussione si è svolta in uno spirito di responsabilità e solidarietà, seguendo un approccio collaborativo ed europeo».

«Le minacce non portano a soluzione»

«Le minacce non sono d’aiuto e non porteranno a avvicinarsi a una soluzione» per i migranti a bordo alla Diciotti, aveva detto venerdì mattina il portavoce della Commissione, Alexander Winterstein, commentando le dichiarazioni di Luigi di Maio e Matteo Salvini. «In Europa le minacce non servono a niente e non portano da nessuna parte», ha spiegato il portavoce della Commissione. «Il solo modo per risolvere le cose in Europa — ha continuato — è lavorare insieme in modo costruttiva e di buona volontà. Ed è quello che la Commissione cerca di fare da tempo». Salvini, in una intervista al Corriere, ha dichiarato che «gli italiani sono ostaggio degli immigrati e dell’Europa, dobbiamo poterli portare indietro».

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