26 agosto 2018 - 23:31

Diciotti, fermati 4 scafisti: e non si sa come scegliere i 20 migranti per l’Albania

I richiedenti asilo in carico alla Cei verranno accolti a Rocca di Papa

di Dino Martirano

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CATANIA — Dopo lo sbarco dell’ultimo dei migranti fatti scendere dalla nave Diciotti l’altra notte, l’hanno visto fare una camminata liberatoria lungo il molo di Levante. Aveva bisogno di restare un po’ da solo il comandante Massimo Kothmeir: «Ora che è tutto finito possiamo dire che noi della Guardia costiera siamo abituati, perché ben addestrati, ad affrontare situazioni anche fuori dall’ordinario», ha poi detto a chi ha avuto modo di intercettarlo. E così ora, col piazzale vuoto e il pattugliatore Diciotti ripulito da cima a fondo dall’equipaggio, l’attenzione si sposta nella ex caserma Bisconte di Messina scelta dal Viminale come «hot spot» per l’identificazione dei migranti, quattro dei quali (tre egiziani e uno del Bangladesh) ora sono stati sottoposti a un provvedimento di fermo. Ai quattro, sospettati di essere gli scafisti, viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, la violenza sessuale e il procurato ingresso illecito.

A Messina sono arrivati in 143: 133 adulti scesi dalla nave la scorsa notte (erano 135 ma due hanno detto di essere minorenni e sono stati mandati altrove) ai quali si aggiungono i 10 dimessi dall’ospedale Garibaldi, tre uomini e sette donne (hanno tutte denunciato di aver subito violenze sessuali in Libia). Resta poi da capire che fine abbiano fatto i due eritrei mancanti all’appello: si sarebbero tuffati in acqua dalla nave due notti fa eludendo ogni controllo.

L’hot spot di Messina è solo una stazione di transito. Poi 95 migranti verranno avviati come previsto in una struttura della Caritas convenzionata con lo Stato (c’è ne sono in tutte le regioni): si parla della provincia di Ascoli Piceno ma anche molte altre diocesi hanno offerto la loro disponibilità. In serata papa Francesco ha annunciato che un gruppo andrà a Rocca di Papa, sui Castelli romani.



Venti potrebbero partire per l’Irlanda e 20 per l’Albania, ma quest’ultima, essendo un Paese extra Ue, non offre le garanzie del sistema di asilo vigenti nell’Unione. Se non ci saranno dei volontari, chi e con qualche metodo selezionerà i venti da mandare a Tirana? Il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis, ammette che questa scelta «ha una sua rilevanza che dovrà essere affrontata con molta attenzione». L’arcivescovo di Messina, monsignor Giovanni Accolla, ha ricordato che i «migranti non sono pacchi, sono esseri umani». Riccardo Magi (+Europa) insiste: «Tutti gli immigrati devono essere informati della possibilità di chiedere asilo già al porto o nell’hot spot secondo i protocolli sottoscritti dall’Italia». Michela Giuffrida del Pd osserva che la vicenda Diciotti rivela «le contraddizioni e l’approssimazione con cui il governo Conte si rapporta con le istituzioni europee».

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