28 agosto 2018 - 23:16

Toti: «Ora il governo per finanziare i cantieri rinunci anche a flat tax e reddito di cittadinanza»

Il governatore della Liguria contro il ministro delle Infrastrutture Toninelli: «Stia sereno. il modo migliore per onorare la memoria delle vittime sia ricostruire un ponte, e presto»

di Giusi Fasano

shadow

Genova, palazzo della Regione. Il presidente Giovanni Toti incastra il suo tempo come i tasselli di un puzzle. «Ho solo mezz’ora», annuncia. «Poi devo vedermi con gli sfollati».
Cominciamo dal ministro dei Trasporti Toninelli. Dice che non farà ricostruire il ponte a chi l’ha fatto crollare.
«Io dico che siamo davanti a una certezza ineludibile e cioè la legge italiana in vigore. Fino a legge contraria Autostrade è ancora titolare della concessione e dunque di quel ponte e dei suoi tronconi. Come presidente della Liguria e come commissario per il superamento dell’emergenza loro sono miei interlocutori. Punto».
Però passa il messaggio che lei stia dalla parte di Autostrade. Di Maio ha detto: «Toti lo dica alle famiglie delle vittime che vuol far ricostruire il ponte ad Autostrade».
«Credo che il modo migliore per onorare la memoria delle vittime sia ricostruire un ponte, e presto. Certi argomenti sono temi di politica pura, se volessimo essere cattivi diremmo di propaganda. Io seguo quel che mi impone la legge, al di là del mio giudizio personale, politico, etico e morale su Autostrade».
È un continuo chiamare in causa la Fincantieri e la Cdp. Soprattutto Toninelli insiste: chiede che siano loro a occuparsi della ricostruzione del Morandi.
«Per parafrasare un’espressione famosa mi verrebbe da dire: Toninelli stai sereno. Ora gli svelo un segreto: senza bisogno di tanta propaganda stiamo già lavorando, con il buonsenso, per fare in modo che il ponte venga ricostruito con la collaborazione di Fincantieri. E questo ancor prima che lui cominciasse a pensarlo».
Lei cosa pensa dell’ipotesi di nazionalizzare?
«Da politico il mio giudizio è contrario. Da governatore prenderò atto delle leggi che il Parlamento approverà. Però c’è una cosa che vorrei chiedere al governo».
Che sarebbe?
«Tenere presente le esigenze di Genova e non alimentare scontri o polemiche che possano acuire le sofferenze della città».
In che senso?
«Nel senso che il cantiere del nuovo ponte deve partire il prima possibile e mi pare evidente che per iniziare non possiamo aspettare che cambi la normativa sulle concessioni e sulle nazionalizzazioni. Ritardare anche solo un minuto per questo motivo sarebbe imperdonabile. Dopodiché rivedere il sistema delle concessioni non è più un tabù, è un tema che la politica è giusto che si ponga, tenendo presente alcuni dati di fatto».
Per esempio quali?
«Beh, per esempio la Salerno-Reggio Calabria. È stata costruita con mano pubblica che in quel caso non ha dato lezione di efficienza. La soluzione della nazionalizzazione è una suggestione pericolosa e in passato non ci ha portato fortuna alla luce dei 2.400 miliardi di debito pubblico che paghiamo tutti noi».
Il decreto di proroga della concessione ad Autostrade fino al 2042 fu votato dal governo Berlusconi nel 2008 con il sì della Lega. Fu un errore?
«Le proroghe sono legate ai piani di investimento e sono un modo per garantire al Paese una serie di opere che il settore pubblico non potrebbe permettersi. È evidente che qualcosa non ha funzionato, ma processare l’intero sistema delle concessioni — quindi anche i nostri porti e aeroporti e molto altro — è come buttar via il bambino con l’acqua sporca. Chi ha sbagliato paghi ma lo deve accertare la magistratura, non certo Toninelli».
Quando avrete il piano per l’abbattimento?
«Venerdì».
Dopodiché?
«Prima di dare il via ci saranno varie fasi, a cominciare dalle verifiche con i tecnici nostri, della procura e del ministero. La verità è che ci vorrà necessariamente ancora molto tempo, settimane, e questo metterà al riparo anche le esigenze della magistratura che ha bisogno di fare i suoi accertamenti probatori».
Qual è la sua richiesta per il futuro al governo Lega-M5S?
«Semplice: dirottare tutte le risorse possibili su un gigantesco piano di investimenti e cantiere che risani le nostre infrastrutture obsolete. Anche a costo di sacrificare provvedimenti bandiera forse più popolari come reddito di cittadinanza e flat tax».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT