21 aprile 2018 - 07:53

M5S, «Il presidente della Camera Fico? Non tradirà su Di Maio premier»

E M5S torna a sentire la Lega

di Emanuele Buzzi

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Di Maio (LApresse)
Di Maio (LApresse)

Il bivio, il tradimento e la speranza. I Cinque Stelle aspettano le mosse di Matteo Salvini e quelle, successive, del Colle. Nel Movimento sono sicuri che se l’incarico esplorativo stavolta dovesse toccare a Roberto Fico, «il presidente della Camera non tradirà Luigi Di Maio». Anzi, «si spenderà per ricordare come per i Cinque Stelle il premier naturale sia il capo politico del Movimento». Ma l’orizzonte Fico sembra lontano. L’asse con la Lega rimane l’opzione principale sul tavolo e i Cinque Stelle assicurano che, in caso l’esecutivo riesca a nascere, sarà «con la massima condivisione» di responsabilità. Le forze in campo saranno «sullo stesso piano». Rimangono contatti sottotraccia e si respira un certo ottimismo. Nel tardo pomeriggio di ieri la diplomazia ha ricominciato a tessere le fila e stavolta le parti sembrano più vicine e non è escluso che qualcosa si possa smuovere nelle prossime ore. «Siamo in attesa da mesi, vediamo cosa accadrà», si limitano a dire nel Movimento.

I pentastellati sono fiduciosi che la sentenza sulla trattativa Stato-mafia acceleri gli eventi, obbligando il leader del Carroccio a scegliere. Di sicuro la giornata di ieri tra le decisioni del tribunale di Palermo e le dichiarazioni di Silvio Berlusconi mette «una pietra tombale» su ogni possibile rapporto con Forza Italia. Ma proprio per non surriscaldare gli animi Di Maio ha chiesto ai parlamentari di non commentare gli attacchi del leader di Forza Italia ai Cinque Stelle («Nella mia azienda li manderei a fare i fattorini ed a pulire i cessi»). La consegna del silenzio viene rotta solo da Nicola Morra e da Massimo Bugani. Il socio di Rousseau, vicino a Davide Casaleggio e Beppe Grillo, risponde usando l’ironia. Si fa ritrarre con guanti e detersivi in un bagno: «#Respect per chi pulisce i cessi e ci consente di vivere in un mondo pulito».
E in ottica governo, i pentastellati hanno deciso di mettere in stand by la via parlamentare. I temi che saranno «oggetto del contratto alla tedesca», centrale per stabilire le priorità di un eventuale esecutivo, sono di fatto congelati nei palazzi romani. «Ci sarà modo di discutere ogni cosa a suo tempo e in sedi migliori», glissano i pentastellati. Quello che è certo è che gli argomenti del contratto saranno affrontati in incontri pubblici: i faccia a faccia tanto evocati, forse, si stanno avvicinando. E c’è anche chi guarda oltre il bivio di questo weekend-chiave: «Comunque vada sta per aprirsi una nuova fase».


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