21 aprile 2018 - 22:15

Il voto alle Regionali del Molise
che vale anche per il governo a Roma

La doppia partita per la leadership interna al centrodestra e tra Lega e M5S

di Virginia Piccolillo

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CAMPOBASSO Il Molise ora esiste e oggi vota. Serviva questa sfida all’ultimo consenso tra Movimento Cinque Stelle e centrodestra, e ancor più il derby tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, per accendere i riflettori sulla Regione talmente ignorata da far nascere la leggenda sarcastica di una sua non esistenza. Da stamattina alle 7, ora dell’apertura delle urne, saranno tutti puntati sulle elezioni regionali. Un test che riguarderà appena 332.653 aventi diritto al voto. 78.361 dei quali residenti all’estero. Ma il cui risultato rischia di avere ripercussioni nella futura composizione del governo. Visto che i partiti ne utilizzeranno l’esito per regolare i conti con avversari e alleati.

I comizi

I molisani lo hanno capito da quel gran via vai di leader che in queste settimane di vigilia del voto hanno percorso le strade sconnesse che collegano le città a borghi arroccati, boschi incontaminati e laghetti su cui volano rapaci. E hanno cavalcato la delusione per la politica, che serpeggia già dalle scorse Politiche. Lì i vincitori assoluti sono stati i Cinque Stelle con il 44,8% dei voti, contro il 16,1% di Forza Italia, l’8,6% della Lega e il 3% di Fratelli d’Italia. Dei cinque parlamentari espressi dai 136 Comuni di questa regione il Movimento se ne è accaparrati quattro: due deputati e due senatori.

Al fotofinish

E stavolta? Nei giornali locali si prefigura un testa a testa tra il candidato del Movimento Cinque stelle, il laureato in Giurisprudenza Andrea Greco, e quello del centrodestra, il presidente dell’Ordine dei commercialisti del Molise Donato Toma. In vantaggio rispetto a Carlo Veziale del centrosinistra e Agostino Di Giacomo di CasaPound.

Lo spoglio

Dalle 23, ora di chiusura delle urne, inizierà la fase di spoglio. Governatore sarà il più votato senza ballottaggio. Ma la conta vera di vincitori e sconfitti si farà a Roma dove dal 4 marzo si attende un governo. Ce la faranno i Cinque Stelle a mantenere il bottino di voti delle Politiche da far pesare nelle trattative? Nelle Amministrative hanno sempre registrato un calo, e se Greco venisse eletto sarebbe il primo governatore pentastellato.

Le frizioni

Ma in queste ore a suscitare maggiore interesse è l’esito del duello Lega-Forza Italia. Corteggiato dai Cinque Stelle, Salvini anche da qui ha chiesto a Berlusconi di farsi «di lato». E il Molise è stato teatro della dura reazione del leader di Forza Italia che ha tuonato contro i Cinque Stelle («li manderei a pulire i cessi»), aprendo al Partito democratico. Se prevalessero i voti della Lega, in questa regione del Sud, Salvini ne uscirebbe ulteriormente rafforzato nel braccio di ferro con Berlusconi, tanto da poter imporre la sua linea nelle alleanze per il futuro governo.

I selfie

Anche per questo l’ultimo ad andar via dal Molise è stato, ieri, Berlusconi. Dopo una giornata trascorsa ancora tra selfie, abbracci e sorrisi tra la gente. Ha promesso pensioni da mille euro agli anziani. E valorizzazione del territorio. Poi, a pranzo con gli imprenditori, ha raccontato la sua amarezza per la condanna di Marcello Dell’Utri: «Non ho dormito questa notte pensando a lui. Dodici anni, nelle sue condizioni sono quasi un suicidio». Ha annuito alle obiezioni sulle interviste di Nino Di Matteo: «Ma ai magistrati nessuno dice niente. Nemmeno il Csm». Poi ancora battute su Viagra e dintorni. E via in elicottero con la promessa: «Tornerò».

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