25 aprile 2018 - 22:28

L’ira di Salvini: in Friuli-Venezia Giulia non incontrerò Berlusconi

Il leader della Lega: sono stufo degli insulti, meglio tacere e rispettare il voto.
Nessun comizio previsto insieme

di Marco Cremonesi, inviato a Porzûs (Udine)

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«Ho chiesto di evitare nelle prossime ore appuntamenti comuni». Il segretario del Carroccio Matteo Salvini pare tranquillo e rilassato, ha trascorso la giornata al mare, a Sabaudia, e il tono della voce resta pacato. Ma soltanto il tono: «Sono stufo e arcistufo di tutto questo parlare, di tutte queste chiacchiere che servono solo ad andare avanti a non fare niente».

È possibile che la misura sia colma? Che il leader leghista stia per dare l’addio a Forza Italia? Sarebbe il fatto nuovo che chiedono i 5 Stelle e che, a suo tempo e in termini generali, aveva chiesto il presidente Sergio Mattarella. Ma la risposta di Salvini non scioglie l’interrogativo: «Chissà...». Certo è che le già esili possibilità di un gran finale della campagna elettorale in Friuli-Venezia Giulia con tutti e tre i leader sul palco di Trieste, domani sera, sono definitivamente sepolte. Anzi, precisano i leghisti, «ufficialmente non era mai stato previsto». Quanto alla nota diffusa dopo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi da Porzûs è forse la più dura di sempre: «Berlusconi paragona i Cinque Stelle ai nazisti? È meglio tacere, e rispettare il voto degli italiani, invece di dire sciocchezze. Io voglio dare un governo all’Italia, sono stufo di insulti, capricci e litigi».

La precisazione del leader di Forza Italia sul fatto che il paragone con Hitler era stato da lui soltanto riportato non convince affatto né Salvini né i leghisti: «È chiaro — sbuffa uno stretto collaboratore del segretario leghista — che le parole “Cinque Stelle” e “Hitler” sarebbero finite in tutti i titoli e Berlusconi, l’uomo della comunicazione, lo sapeva perfettamente». Inoltre, al di là dell’accostamento, l’attacco politico al Movimento, «il grande pericolo», resta. Del tutto simile a quello della campagna elettorale: «È perfettamente inutile che Berlusconi a parole definisca Salvini leader se poi fa saltare il progetto di governo del leader». In realtà, la giornata ha preso in contropiede i leghisti: si aspettavano sì il discorso di pacificazione nazionale. Ma si attendevano che l’ex premier «l’avrebbe giocato sui temi della responsabilità nazionale in vista del governissimo», o quanto meno della caccia ai voti in Parlamento. E invece, Silvio Berlusconi ha stupito ancora.

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