26 aprile 2018 - 16:23

Di Maio sul conflitto d’interessi: «Da Mediaset minacce a Salvini».Ma poi chiude definitivamente con la Lega

intervento dopo il secondo incontro con Fico il capo politico dei Cinquestelle tocca anche il tema delle televisioni: «È arrivato il momento di dire che un politico non può possedere organi di informazione in Italia»

di Paolo Decrestina

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Il tema è caro al Movimento, “storicamente”. Ma in una giornata come oggi, dopo i durissimi attacchi di Berlusconi ai Cinquestelle, dopo le pressioni sulla Lega per sganciarsi da Forza Italia, ritrova forse un valore diverso. Più netto. Luigi Di Maio attacca sul conflitto d’interesse. «È arrivato il momento di metterci mano», dice il capo politico del Movimento 5 Stelle al termine del nuovo giro di consultazioni. E già così il destinatario è evidente. Ma Di Maio specifica ancora di più: «Le tv di Berlusconi lanciano minacce velate a Salvini nell’eventualità che lui si stacchi da Berlusconi». E ancora. «È arrivato il momento di dire che un politico non può possedere organi di informazione in Italia». Infine: «Dobbiamo ambire a che in Italia l’informazione sia il più libera possibile ed è chiaro che dobbiamo fare qualcosa sulla governance Rai e sulle tv private».

Berlusconi: «Siamo all’esproprio proletario»

La risposta di Berlusconi arriva poche ore dopo. «Ha detto così? È una cosa molto grave» perché «non c’è possibilità commerciale» che Mediaset «possa prendere partito per qualcuno perché eliminerebbe dalla sua audience gli altri». «Non ho mai insultato i Cinquestelle, ho fatto solo una battuta che nessuno di loro aveva fatto una dichiarazione dei redditi, ma credo sia risibile rispetto a quanto hanno detto loro, che Berlusconi è il male assoluto», aggiunge da Udine. Per poi chiosare: «Quello di Di Maio è un linguaggio preoccupante. Si vuole toccare l’avversario sulla sua attività privata e sul suo patrimonio, è una cosa da anni ‘70, da esproprio proletario». Il Milan? «Andrà a finire che finirò per ricomperare ancora io la squadra».

Nessuna riapertura alla Lega

Parole chiare, che pochi minuti dopo potrebbero far pensare a una nuova riapertura a Salvini, una nuova proposta per un nuovo accordo. Ipotesi smentita seccamente dal Movimento: nelle parole di Luigi Di Maio non c’è alcun riferimento implicito ad una nuova apertura a Matteo Salvini, precisano ambienti Cinquestelle sottolineando come il «forno» della Lega sia chiuso. Anzi, Di Maio pronuncia parole nette in serata all’assemblea dei parlamentari pentastellati: «Dopo 50 giorni il forno della Lega è chiuso, noi abbiamo una dignità». Parole accolte con un applauso da parte dell’assemblea.

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Reazioni bipartisan

E la posizione di Di Maio sul conflitto di interessi scatena commenti polemici, da diversi schieramenti e con diverse finalità. Dal lato pd, o almeno da una sua parte, è lo spunto per ribadire il no a un accordo col Movimento. È il caso di Anna Ascani: «Ottima idea una legge contro il conflitto di interessi. Vale per quello di Berlusconi come per quello di Casaleggio suppongo. Giusto?!», scrive la parlamentare dem su Twitter. Nel campo del centrodestra invece, la prima a commentare è Renata Polverini: «È singolare che Di Maio, esponente di un partito che fa riferimento ad una società privata intestata ad una singola persona, invochi il conflitto di interessi contro Berlusconi proprio oggi che Reporters sans frontieres diffonde preoccupanti statistiche sulla libertà di stampa in Italia sottolineando il pericoloso atteggiamento proprio del M5S verso i giornalisti», sostiene la deputata azzurra.

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