26 aprile 2018 - 11:42

Pd-M5S, Martina: fatti passi avanti
Di Maio: sì a contratto di governo
Fico: mandato finito, dialogo è aperto

La delegazione del Pd registra progressi nel confronto con il M5S. Il partito deciderà «collegialmente» in direzione la prossima settimana. Di Maio sollecita il confronto

di Cesare Zapperi

La delegazione del Pd guidata dal reggente Maurizio Martina a colloquio con il presidente della Camera Roberto Fico (da Twitter) La delegazione del Pd guidata dal reggente Maurizio Martina a colloquio con il presidente della Camera Roberto Fico (da Twitter)
shadow

«Il mandato esplorativo che mi ha affidato il presidente della Repubblica ha avuto un esito positivo, si conclude qui oggi». Lo dice il presidente della Camera Roberto Fico, al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il dialogo tra Movimento 5 Stelle e pd è «avviato». «Aspettiamo - prosegue il presidente della Camera - anche la direzione del Pd ma il concetto fondamentale è che il dialogo è stato avviato». Secondo Fico «io penso sia importante ragionevole e responsabile restare sui temi e sui programmi che è quello che chiedono i cittadini».

Le parole di Martina

E rispetto al dialogo in mattinata aveva parlato il reggente del pd Maurizio Martina: «Sono stati fatti passo avanti importanti che vogliamo riconoscere», aveva detto all’uscita con la delegazione dem dall’incontro con il presidente della Camera Roberto Fico (secondo giro di consultazioni), conferma la volontà di andare avanti nel confronto con i 5 Stelle e registra progressi. Ha annunciato che la decisione su come procedere verrà presa dalla direzione del Pd il 3 maggio. «Per noi - ha detto Martina — era necessario che il M5S chiudesse definitivamente la fase del confronto con il centrodestra e la Lega. Su questo sono state dette parole molto importanti che vogliamo riconoscere». Il reggente del Pd ha chiarito che non mancano i problemi: «Non nascondiamo le difficoltà e le differenze che animano il confronto, ed è giusto dirlo per serietà e responsabilità. Siamo forze diverse con punti di vista a volte molto diversi».

La decisione in direzione

Poi Martina ha spiegato come verrà presa la decisione sul seguito della trattativa con il M5S: «Abbiamo deciso di convocare la direzione nazionale Pd il 3 maggio prossimo per decidere se e come accedere a questo confronto da comunità collettiva. Insieme discutiamo e poi insieme lavoriamo. Ci interessa dare una mano a questo Paese in una fase delicata della storia istituzionale e politica. Se siamo arrivati fino a qui è perché altri hanno fallito, per 50 giorni abbiamo assistito a diversi tentativi che non hanno prodotto un esito utile. Questo lavoro lo facciamo con spirito di servizio e nel solco degli indirizzi dati dal Presidente Mattarella». All’uscita da Montecitorio Martina ha aggiunto: ««Io sono convinto che il PD possa fare un prezioso lavoro unitario. Ci credo e mi impegno per questo. Ho grande rispetto per tutte le posizioni e so che possiamo trovare una sintesi».

Di Maio: si può fare un contratto di governo al rialzo

Anche Luigi Di Maio vede la possibilità di trovare un’intesa con il Pd: «Dobbiamo abbandonare il vocabolario della prima e seconda Repubblica, qui non ci sono forze politiche che fanno alleanze ma i cittadini che fanno un passo avanti. Stiamo cercando di mettere a punto un buon contratto di governo al rialzo e non al ribasso. Ai cittadini interessa avere un reddito di cittadinanza che li porti sopra alla soglia di povertà o che due forze politiche litighino per l’eternità? Siamo disponibili a sederci per cominciare a lavorare al contratto. Capisco chi dice “mai con il Pd o mai con il M5S”. Non si sta parlando di negare le differenze, a volte profonde. Stiamo cercando di ragionare in una logica non di schieramento ma di risposta alle attese dei cittadini». La delegazione del Movimento 5 Stelle è rimasta a colloquio con il presidente della Camera per tre quarti d’ora abbondanti. «Il Movimento 5 Stelle al governo sarebbe una novità assoluta - ha rimarcato Di Maio - ed è chiaro che se ci andiamo è per puntare in alto. Potevamo fare come la Lega e puntare a rimanere fuori per lucrare voti. Noi ci mettiamo in gioco. Se andrà male non ci sono alternative ad un ritorno alle urne».

«Interverremo sulle tv. Basta con le minacce di Berlusconi»

Di Maio ha riservato una stoccata anche a Silvio Berlusconi. «Dovremmo lavorare sulla Rai ma anche sulle tv private. Le tv di Berlusconi lanciano minacce velate a Salvini nell’eventualità che lui si stacchi da Berlusconi - ha aggiunto Di Maio -. Credo sia arrivato il momento di mettere mano al continuo conflitto d’interesse, un politico non può possedere delle televisioni. Mettiamo mano a questo conflitto che c’è nell’informazione italiana».

Fico chiederà una proroga

Alla luce delle ultime prese di posizione si ipotizza che il presidente della Camera possa recarsi al Quirinale (l’incontro è stato fissato alle 16,30) per chiedere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella una proroga dell’incarico ricevuto almeno fino a quando la direzione del Pd non si sarà espressa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT