26 aprile 2018 - 22:35

Dopo la «Frattini» solo riforme fallite
Tutti contro tutti sul nodo mai sciolto

La situazione è ferma al 2006: ora con le parole di Di Maio torna alla ribalta

di Antonella Baccaro

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Più parole che fatti. Che sul conflitto d’interessi la legge vigente sia ancora la Frattini, varata dal governo Berlusconi nel 2004, la dice lunga su come nell’Italia del bipolarismo questo tema sia stato usato strumentalmente nel dibattito politico per alzare muri o abbatterli. Così non sorprende che ieri il leader del M5S, Luigi Di Maio, ne abbia fatto a propria volta un uso tattico per attaccare Berlusconi (e forse blandire Salvini). E non è neppure strano che il Pd si sia sentito in dovere di ribattere, ricordando, come ha fatto la renziana Anna Ascani, che un conflitto d’interessi esiste anche per il M5S e la Casaleggio.

Il tema

L’ultimo tentativo di normare il conflitto d’interessi del resto risale proprio a Matteo Renzi, che in un confronto televisivo per le primarie 2012, attaccando l’avversario Bersani per aver fallito due volte, promise che la legge sarebbe stata fatta «nei primi cento giorni» perché «in Italia il conflitto di interessi ha un nome e un cognome ed è l’ex presidente del Consiglio». Salvo poi frenare, ormai da segretario del Pd, quando il premier Enrico Letta nel gennaio 2014 annunciò l’intento di affrontare il tema. Una settimana prima Renzi aveva sottoscritto con Berlusconi il Patto del Nazareno, un mese dopo varcò la soglia di palazzo Chigi. Di quella legge non ne parlò prima di due anni, a patto del Nazareno ormai sepolto, avviando un disegno di legge volto a superare la legge Frattini, alla cui approvazione non si è mai arrivati nei dieci mesi trascorsi tra il passaggio in prima lettura e le sue dimissioni.

Il retroscena

Ma l’ampia letteratura sul conflitto risale alla discesa in campo di Berlusconi nel 1993 e regala perle come il retroscena svelato da Luciano Violante di una promessa di intangibilità delle tv del Biscione fatta a Berlusconi nel 1994 dal suo successore Lamberto Dini. Mentre su Massimo D’Alema si appuntano gli strali di quanti fanno risalire a lui il mancato varo di una legge sul conflitto di interessi, allo scopo di non far fallire la sua bicamerale sulle riforme. Accusa respinta al mittente dall’interessato. Ma il tempo non scorre invano: nel 2001 è Berlusconi a tornare al governo, restandoci fino al 2006. In questo arco di tempo prende corpo l’attuale legge Frattini dichiarata “inadeguata” dal Consiglio d’Europa che ne chiese il miglioramento. Niente di tutto questo è successo nemmeno col ritorno di Prodi a palazzo Chigi nel 2006. La materia passa indenne nell’ ultimo esecutivo di Berlusconi (2008-2011), in quello di Mario Monti (2011-2013) e in quello di Letta che però affaccia l’idea di una riforma.

I disegni di legge

Quanto ai grillini, il loro interesse per il tema è della prima ora, si ricordano i disegni di legge depositati in Parlamento già nel 2013. Ma anche questa, per ora, è storia.

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