26 aprile 2018 - 22:50

L’attesa di Salvini: «Domenica Di Maio avrà un’altra mazzata»

Il leader del Carroccio convinto: «In Friuli Venezia Giulia prenderanno un’altra batosta»

di Marco Cremonesi

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«La cosa che mi pare più incredibile, al di là delle dichiarazioni, è che i 5 Stelle si prendano un’altra settimana di tempo per aspettare la direzione Pd». La rotta di Matteo Salvini non devia all’annuncio di Roberto Fico sulla fine positiva della sua «esplorazione» con i dem: «Io continuerò a dialogare con tutti. Non chiudo la porta in faccia a nessuno e non ho forni né panini da offrire». Ma quella Di Maio-Renzi resta una «telenovela». E il capo leghista non nasconde il fastidio: «Se la si finisce con la manfrina con i perdenti, tanto di guadagnato».

I segnali

Attenzione. Anche Salvini ammette di «avere avuto dei segnali sul fatto che stiano cercando di combinare un accordo». E non si riferisce soltanto a quanto riportato dal Giornale di Berlusconi: gli stellati avrebbero «ripulito» i loro social media dagli attacchi più virulenti nei confronti del Pd per premere sull’acceleratore di quelli contro Matteo Salvini. Il fatto è che a qualsiasi leghista si chieda come potrebbe giustificare Matteo Renzi un suo ritorno per andare a formare un governo con il Pd, la risposta è unanime: «Renzi non è libero. La sue scelte potrebbero essere determinate da ragionamenti extra politici». Un riferimento alle vicende, per esempio, delle banche toscane. Ma Salvini scuote la testa: «No, io di questo non so e non voglio sapere nulla. Un governo 5 Stelle-Pd qualcuno prova a farlo. Ma non ci riuscirà». Neppure con il famoso «contratto» che i grillini esigono per tenere comunque le distanze dai futuri alleati.

Il fatto

In ogni caso, il fatto che i 5 Stelle chiedano tempo non dispiace al leader leghista: «Nel frattempo, dopo il Molise, i 5 Stelle prenderanno una bella mazzata in Friuli-Venezia Giulia. E ci dovranno ragionare». In fondo, Salvini resta convinto di avere un «forno» alternativo, le elezioni in autunno. Che in caso di fallimento di altre strade, sarebbe sempre più difficile da evitare anche per il presidente Mattarella. Un’eventualità che FI vede come il fumo negli occhi nel timore che la Lega «cannibalizzi» il suo elettorato. Giusto di ieri è il grido di dolore del capogruppo azzurro in Puglia Nino Marmo: «Dal giorno delle elezioni assistiamo inermi al sistematico abbandono del partito di pezzi di gruppi dirigenti dei vari territori. Uno smottamento della base e del personale politico che ha come unica destinazione la Lega. E che comporterà non pochi problemi in vista delle prossime tornate elettorali».

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