17 dicembre 2018 - 16:25

Di Battista (M5S) al Giornale: «Non mi indebolite, se Berlusconi mi provoca vado ad Arcore»

L’espoente grillino: «Hanno pubblicato che l’azienda di famiglia ha difficoltà. Vi dico grazie, invece d’indebolirmi ottenete il contrario»

di Redazione politica

Di Battista (M5S) al Giornale: «Non mi indebolite, se Berlusconi mi provoca vado ad Arcore»
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«Io sono così calmo e tranquillo ultimamente, ma se provocate mi tocca tornare ad Arcore sotto la villa del vostro padrone. Stavolta però per leggere dei pezzi della sentenza sulla trattativa Stato-Mafia. L’avete voluto voi evidentemente». Così Alessandro Di Battista replica all’inchiesta de Il Giornale sull’azienda di famiglia e risponde anche a Renzi: «Si è subito buttato a pesce su questa stupidaggine. Caro Matteo, so che ti brucia ancora che uno come me... ti ha fatto il `culo´ al referendum costituzionale».

«Tre dipendenti (tra cui mia sorella)»

«Eccolo qua, puntualissimo, è arrivato l’attacco del Giornale di Sallusti/Berlusconi alla mia famiglia. Parliamo dello stesso giornale che mesi fa intitolò in prima pagina: “Furbata Di Battista, si ritira dalla politica ma piazza il padre in Parlamento”. Lo stesso giornale che l’anno scorso diede spazio - senza fare verifiche - al suo padrone Berlusconi quando disse che “non avevo studiato, non mi ero laureato etc etc”. Oggi, udite udite, tramite una visura camerale - una roba pubblica insomma - scopre che la piccola azienda di famiglia (tre dipendenti tra cui mia sorella) ha difficoltà. Chapeau! A questo punto gli consiglio di fare altre decine di migliaia di visure camerali ad altrettante pmi per scoprire la situazione delle piccole imprese italiane». Lo scrive su Facebook l’ex parlamentare M5S, Alessandro Di Battista. «E gli consiglio di sbattere in prima pagina tutto ciò che scopriranno. Ebbene sì, la nostra azienda va avanti, con enormi difficoltà. Mio padre, a oltre 70 anni, lavora come un matto. Il carico fiscale è enorme. L’azienda ha avuto difficoltà a pagare puntualmente i tre dipendenti (tra cui mia sorella). Ciononostante l’azienda tira avanti, così come tante altre, sperando che i colpevoli, che oltretutto oggi provano, in modo scomposto, a fare i carnefici, vengano cacciati, una volta per tutte, dalle istituzioni», aggiunge. «Vi dico una cosa: grazie. Pensate di indebolirmi ma ottenete il contrario. Oggi, grazie a voi, ogni piccolo imprenditore italiano sa che un ex-parlamentare, quando era in Parlamento, non si è occupato dell’azienda di famiglia», conclude.

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