27 dicembre 2018 - 22:05

Fontana: «Lega in calo? Non ci preoccupa, i cattolici “silenziosi” sono con noi»

Il ministro per la Famiglia: «Per tanto tempo la fede è stata un fatto quasi da tenere nascosto. Oggi abbiamo un leader che ne parla e si difende il presepe»

di Marco Cremonesi

Il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana (Imagoeconomica) Il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana (Imagoeconomica)
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«Beh, mi lasci dire, con questi numeri non è che ci preoccupiamo: con questi numeri cambiamo l’Europa». Lorenzo Fontana è il ministro per la Famiglia e le disabilità e non pare affatto preoccupato per la frenata dei consensi del governo — e per la prima volta anche della Lega — evidenziata dal sondaggio Ipsos di Nando Pagnoncelli.

Però, ieri i conducenti degli Ncc hanno dato fuoco a un fantoccio di Luigi Di Maio. Per il governo non è un segnale a cui prestare attenzione?
«L’attenzione è sempre dovuta, ma guardando il sondaggio mi pare che il governo tenga in maniera eccellente. Certo, quando si governa un certo calo è fisiologico e la manovra è stato un passaggio difficile. Ogni manovra è frutto di un compromesso che può scontentare e magari i fatti non li vedi subito ma a distanza di qualche mese. Ma io sono convinto che proprio i fatti compiuti da questo governo continueranno ad attirare consenso».

Il differenziale di attrazione che si sta manifestando a favore della Lega e a danno dei 5 Stelle non rischia di diventare un fattore di instabilità?
«Io non credo. Sono convinto che se governeremo bene, ce ne gioveremo tutti. Noi, ma anche i 5 Stelle. Come dice Salvini: questa è la prima di cinque manovre».

La chiamano «Mastino». Dicono che lei sia diventata l’ossessione di Salvini, Giorgetti e Garavaglia. Non è deluso dalla manovra?
«Lei me lo chiede proprio oggi, il giorno in cui Di Maio ha confermato che non ci saranno aumenti dell’Ires per le associazioni del Terzo settore. Non era un tema di mia competenza, ma qualche preoccupazione l’avevo e già da qualche giorno chiedevo notizie. Ne ho parlato anche con Luca Zaia, per noi in Veneto il volontariato è fondamentale. Ma ci sono state pubbliche rassicurazioni, l’obiettivo è soltanto evitare i furbi, e io non ho motivo di dubitarne. Anche perché sarebbe come togliere con la destra quello che si è dato con la sinistra».

Su famiglia e disabilità non si poteva fare qualcosa di più?
«Su ciascuno dei due capitoli c’è circa un miliardo e 200 milioni. Tenendo conto che sul reddito di cittadinanza ci saranno aumenti anche per i disabili, sfioriamo nel complesso i 3 miliardi. Se li rapportiamo anche con i punti simbolici del contratto di governo, mi pare che questa cifra rappresenti una proporzione importante».

Lei è cattolico assai praticante. Il sondaggio Ipsos dice che il consenso dei cattolici per il governo è raddoppiato dalle elezioni ad oggi. Tutto merito suo?
«Lei mi prende in giro, ma il fatto che Matteo Salvini parli con orgoglio della sua fede è un fatto importante. Per tanto tempo la fede è stato un fatto non dico da tenere nascosto... ma che adesso un leader ne parli conta molto. Quando si difende il presepe, quando si afferma con orgoglio una religione pacifica e bella come la nostra, si dà un segnale a quei credenti che sono stati in silenzio per tanti anni».

I rapporti con la gerarchia, però, spesso sono complicati. O no?
«La dialettica lì nasce quasi sempre su temi legati all’immigrazione. Ma che da parte nostra ci sia soltanto buon senso e nessun razzismo ormai è chiaro. Di incomprensioni ce ne possono essere ma, mi creda, il cattolicesimo è fatto di tanti che agiscono silenziosamente. Ci sono sacerdoti, vescovi e anche cardinali che ci sostengono, perche questa dialettica esiste anche nella Chiesa. Esiste una maggioranza silenziosa che va consolidandosi da poco: molti erano impreparati alla nostra testimonianza di vicinanza alla fede, è stata una sorpresa recente».

L’«avversario» Macron ha aiutato l’Italia con il suo annuncio di sfondamento del patto di stabilità?
«Certo che sì. Anche se io sono convinto che a Bruxelles nessuno interessasse uno scontro frontale con l’Italia. Molti, semplicemente, speravano che questo governo fallisse. Detto questo, per tornare al sondaggio, il governo è sempre saldamente oltre il 50%. E, passata la manovra, inizierà una fase nuova che ci porterà a un cambiamento storico, non solo in Italia: mi ha colpito vedere persone che gridavano il nome di Salvini alle manifestazioni dei gilet gialli in Francia».

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