5 giugno 2018 - 14:16

Conte al Senato: le reazioni al primo discorso del neo premier

Il presidente del Consiglio, alla prova dell’aula, divide subito maggioranza e opposizione. Monti: «Più umiltà, rischiate la Troika». Salvini: «La pacchia è strafinita»

di Giuseppe Gaetano

shadow

Le prime reazioni al debutto nell’arena del Senato ci sono state già durante il discorso di Giuseppe Conte, concluso dalla standing ovation della maggioranza, scattata al passaggio finale. Il premier stava assicurando che il governo darà risposte alle interrogazioni delle minoranze, quando il forzista Paolo Romani ha urlato: «Sì, come faceva il M5S». Alla successiva richiesta di un atteggiamento collaborativo, anche i banchi del Pd hanno iniziato a rumoreggiare, suscitando la replica di Conte: «Così non si afferma la centralità del Parlamento». E giù applausi e cori di M5S e Lega. Scene che probabilmente rivedremo spesso, nel corso di questa XVIII Legislatura.

Salvini: «La pacchia è strafinita»

«I clandestini devono capire che la pacchia in Italia è strafinita» insiste Matteo Salvini a margine del voto di fiducia: «Chiederò incontri ai tunisini e ai libici per evitare che qualcuno aiuti gli scafisti - annuncia il vicepremier e ministro dell’Interno -. Navi di presunte organizzazioni di volontariato fanno affari grazie al traffico di esseri umani». Non solo: «Mi dedicherò a salvare i bimbi sfruttati e dedicati al furto e alla rapina nei campi rom». Il segretario leghista ne ha pure per Balotelli: «L’Italia è il paese che concede più cittadinanze al mondo - risponde all’appello dell’attaccante della Nazionale sullo Ius Soli -, la prossima volta si candidi, diventi presidente del Consiglio e faccia quello che ritiene utile. Per il momento mi accontenterei se facesse qualche gol in più, che è il suo mestiere». E la riforma Fornero dimenticata da Conte nel suo intervento? «E’ nel contratto», e tanto basta.

Monti: «Rischiate la Troika»

Mario Monti chiede al nuovo esecutivo «più umiltà e realismo», altrimenti si rischia «l'umiliazione della Troika, che è stata evitata con i sacrifici del paese e grazie a un lungo braccio di ferro con la Germania». Sarebbe «una dimostrazione di scarsa dignità» aggiunge il senatore a vita in sede di discussione sulla fiducia, rivendicando l'efficacia delle sue politiche economiche: «L’intero vostro governo nascerebbe oggi come dimezzato se altre forze politiche non avessero dato prova nel 2011 di grande responsabilità, sostenendo provvedimenti impopolari»; mentre Lega e M5S remavano contro gli sforzi di «portare l’Italia fuori da una spaventosa crisi finanziaria». «Voi - avverte Monti - avreste ora la Troika e sareste ridotti ad agenti di un esecutivo semicoloniale»

Forza Italia: «Sembra Cetto La Qualunque»

«Il discorso di Conte sembra una via di mezzo tra la confusione programmatica e Cetto La Qualunque» dichiara il governatore ligure Giovanni Toti. «Cos'è il Daspo per i corrotti, un pena aggiuntiva?» ironizza, «Se sei corrotto, non puoi più andare a vedere il derby?».«Retorica e luoghi comuni» per Renato Brunetta, «ma anche molte cose preoccupanti: giustizialismo, fondamentalismo, autoritarismo, pauperismo, assistenzialismo, più pene per tutti, più carceri - afferma l'esponente di Forza Italia -. Non ho sentito alcuno spirito liberale, la ricchezza va prima prodotta per essere redistribuita». «Poche idee ma confuse» sentenzia la capogruppo azzurra alla Camera, Mariastella Gelmini: «Altro che cambiamento. Zero concretezza, solo propaganda». «La campagna elettorale è finita» dice il senatore Lucio Malan, nel dibattito seguito alle dichiarazioni programmatiche , rivolgendosi più a Salvini che a Conte: «Non è più tempo dei comizi e di proclami, ma di fare le cose che promette e per farlo deve trovare i soldi». «Questo governo è una anomalia - sostiene la collega di partito Licia Ronzulli, prendendo la parola -, ha intenti politici ma per metà è espresso da tecnici, con un altro premier non eletto».

Il Pd: «Il governo più a destra»

«Un discorso interminabile, un mix di ovvietà e argomenti molto preoccupanti» è lo spirito con cui la deputata democratica Anna Ascani si prepara per l’intervento di mercoledì a Montecitorio. «In un’ora e dieci di parole, Conte non ha detto una parola su scuola e cultura, uno degli aspetti che qualificano questo governo come il più a destra della storia repubblicana». Poche parole anche sulle infrastrutture: il responsabile demi ai trasporti, Salvatore Margiotta, vorrebbe «capire se le grandi opere si faranno» perché «bloccare gli investimenti pubblici significa far diminuire il Pil». Tra le caselle mancanti pure l'Europa: dopo l'incidente diplomatico con la Tunisia, per la senatrice Laura Garavini«sarebbe stato auspicabile un messaggio tranquillizzante nei confronti dello scenario internazionale». E il Sud? «Non una parola - afferma Ernesto Magorno -. E' coerente con il "contratto", che destina tre righe al Mezzogiorno». L’arringa di Renzi ha fatto il resto.

La maggioranza

«Non poteva parlare di tutto sennò ci avrebbe messo tre ore - spiega il neoministro alle infrastrutture dei 5 Stelle, Danilo Toninelli -, nel programma c'è tutto». «Bellissimo discorso, condivido tutti i punti» dice il ministro dell’interno e vicepremier Matteo Salvini. «Due miei amici che hanno votato Pd mi hanno mandato un messaggio in cui mi scrivono che li ha convinti» commenta il ministro all’agricoltura, Gian Marco Centinaio. «Voi avete avuto la vostra occasione e l’avete sprecata - afferma la vicepresidente di Palazzo Madama, Paola Taverna, nelle repliche -, la drammatica situazione in cui versa il paese è lo spettro delle vostre politiche di pochi e per pochi». «Stop al clima da stadio» interviene la presidente Casellati, scampanellando all’ennesima standing ovation. «Ci siamo appena insediati - chiosa Conte -, lasciateci il tempo di lavorare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ti potrebbero interessare anche articoli correlati
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT