5 giugno 2018 - 23:05

Di Maio e il risiko nomine: fuori i ribelli del Movimento

Per garantire la tenuta al Senato niente incarichi ai più critici. Patuanelli e D’Uva nuovi capigruppo a Senato e Camera

di Emanuele Buzzi

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Una giornata di attese e di rincorse per i Cinque Stelle. Luigi Di Maio supera la prova della fiducia in Senato ostentando sobrietà. Il capo politico del Movimento è ancora alle prese con il rebus dei sottosegretari, nodo che potrebbe essere sciolto all’inizio della prossima settimana. «Non facciamoci prendere dall’ansia», confida il leader M5S ai parlamentari. Il primo step, la fiducia al governo, è quasi raggiunto e il ragionamento è quello di far «decantare eventuali nodi». I vertici pensano al malumore di alcuni senatori, che — data la maggioranza esigua a Palazzo Madama — saranno «messi da parte» riguardo ad alcune nomine per favorire la tenuta dell’esecutivo in Aula. Ma non solo. I pentastellati devono chiarire come dirimere alcune scelte interne per i vari dicasteri, come Economia e Sviluppo Economico, e chiudere la partita con la Lega su alcune deleghe come servizi segreti, telecomunicazioni ed editoria. Intanto, Di Maio (che ha smentito l’idea di una cabina di regia per supportarlo alla guida del M5S ora che ha la doppia veste di leader e ministro) compie i primi passi per definire i futuri assetti interni. In serata, annuncia ai parlamentari riuniti in assemblea i nuovi capigruppo: Stefano Patuanelli al Senato e Francesco D’Uva alla Camera, due fedelissimi pragmatici. Pian piano si compone anche il domino delle commissioni parlamentari. Dopo Manlio Di Stefano, dato in pole per guidare la commissione Esteri a Montecitorio, si fa largo l’idea di far presiedere la commissione Giustizia alla Camera a Vittorio Ferraresi. E tra gli eletti del Senato in odore di nomina spunta Michela Montevecchi. L’ala ortodossa — per ora — sta a guardare anche se c’è chi definisce il clima «effervescente», tuttavia a Palazzo Madama alcuni big scherzando (ma non troppo) ammettono: «Per il primo mese non ci saranno sorprese». Un monito ironico più che altro per non prendere derive considerate troppo «filo-leghiste». Ma la giornata del primo voto sulla fiducia coinvolge indirettamente anche Davide Casaleggio e Beppe Grillo. Lo stratega smentisce con un post su Facebook una sua presenza — insieme ad esponenti M5S — alla riunione Bilderberg in programma nei prossimi giorni a Torino (in contemporanea con un evento legato a Rousseau) , mentre il garante, secondo chi l’ha sentito nelle ultime ore, è «soddisfatto» per il varo del governo, ma avverte: «Bisogna stare attenti e vigilare sui trabocchetti dell’Aula».

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