5 giugno 2018 - 11:34

Governo, Conte ottiene fiducia Senato con 171 sì: «Noi populisti? Ascoltiamo la gente»

Oltre ai 58 leghisti e ai 109 pentastellati, hanno votato a favore anche due ex grillini espulsi dal M5S (Buccarella e Martelli) e due esponenti del Maie eletti all’estero. Il premier ha parlato oggi a palazzo Madama e domani sarà a Montecitorio per il voto alla Camera

di Paolo Decrestina

shadow

L’Aula del Senato, alle 20.45 di martedì sera, ha votato la fiducia al governo Conte. I sì sono stati 171, 117 i no, 25 gli astenuti. Il governo ha quindi avuto 4 voti in più rispetto ai numeri della maggioranza (167 senatori), e si attesta su una soglia di sicurezza di 10 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta, che a palazzo Madama è fissata a quota 161. Ai 58 voti favorevoli della Lega e 109 del Movimento 5 stelle si aggiungono infatti i già previsti 2 voti dei senatori eletti all’estero del Maie, Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario, e i 2 voti degli ex grillini Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, espulsi dal M5S per lo scandalo rimborsopoli. Nessun «soccorso» arriva dal gruppo Per le Autonomie: su 8 componenti 2 senatori, Gianclaudio Bressa e Pierferdinando Casini, hanno optato per il no, mentre la senatrice a vita Elena Cattaneo si è astenuta insieme ad altri 5 rappresentanti. Ha scelto l’astensione anche l’altra senatrice a vita, Liliana Segre. Nessuna sorpresa neppure sul fronte di un possibile allargamento stabile della maggioranza: FdI si astiene, la Lega sta al governo e Forza Italia si pone con determinazione all’opposizione. Anche il Pd conferma il fronte dell’opposizione, votando no alla fiducia, così come Leu. Domani sarà la volta della Camera.

Il dibattito

Legittima difesa, lotta alla corruzione, sanzioni alla Russia. Poi ancora lavoro, economia, immigrazione. E una parola ripetuta più volte: cambiamento. Il governo Conte è alla prima prova in Parlamento con il voto di fiducia al Senato e nel suo discorso a palazzo Madama tocca le priorità del governo giallo-verde. «Con questo spirito e questa consapevolezza oggi ci presentiamo a voi per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo ma di un progetto per il cambiamento dell’Italia, formalizzato sotto forma di contratto dalle due forze politiche che formano la maggioranza parlamentare», ha detto Conte nel suo discorso a Palazzo Madama, ricordando che ha intenzione di assumersi l’incarico «con umiltà e determinazione, con la consapevolezza dei miei limiti ma anche con la passione e l’abnegazione di chi comprende il peso delle altissime responsabilità a me affidate. Sono profondamente onorato di poter offrire il mio impegno e le mie competenze per poter difendere l’interesse dei cittadini di questo meraviglioso Paese». Poi l’attacco sulle accuse di populismo: «Ci prendiamo la responsabilità di affermare che ci sono politiche vantaggiose o svantaggiose per i cittadini: le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste e antisistema. Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo», ha proseguito il premier. Al termine della seduta, Conte si è recato nell’aula della Camera per consegnare il discorso programmatico in vista della fiducia, che a Montecitorio si voterà domani.

I punti del programma

Tra gli obiettivi del nuovo governo c’è «il potenziamento della legittima difesa». «Il cambiamento è in una giustizia rapida ed efficiente e dalla parte dei cittadini, con nuovi strumenti come la class action, l’equo indennizzo per le vittime di reati violenti, il potenziamento della legittima difesa. Cambia che metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà», ha ripreso Conte. E parlando ancora di “cambiamento”, Conte spiega che «combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il «daspo» ai corrotti e con l’introduzione dell’agente sotto copertura». Un cambiamento, insomma, che « non sarà solo nelle parole e nello stile, ma soprattutto nel metodo e nei contenuti. Dal punto di vista metodologico, la nostra iniziativa si articolerà su tre fronti», ha incalzato Conte.

Ascolto, esecuzione, controllo

«L’ascolto. Perché prima di tutto vengono i bisogni dei cittadini. In questo, ovviamente ci aiuteranno anche il Parlamento e i nuovi strumenti di democrazia diretta che il contratto si propone di introdurre. L’esecuzione. Vogliamo essere pragmatici. Se una norma, un ente o un istituto non funziona è giusto abolirlo, se funziona è giusto potenziarlo, se manca è giusto crearlo. Il controllo. I provvedimenti che adotteremo hanno degli obiettivi che devono essere raggiunti: saremo i primi a monitorare con severità e rigore la loro efficacia, intervenendo immediatamente con le necessarie correzioni. Ascolto, esecuzione, controllo. Saranno questi i tre pilastri dell’azione di governo, nel segno della piena trasparenza».

«Via le sanzioni alla Russia»

Sulla politica estera Conte è chiaro: «Intendiamo ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato. Saremo fautori di una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa».

L’immigrazione

Il primo banco di prova del «nuovo modo di dialogare con i partner europei» è l’immigrazione. Il premier ritiene che «la gestione dei flussi finora è stata un fallimento: l’Europa ha consentito chiusure egoistiche di molti Stati che hanno scaricato, in primo luogo sul nostro Paesi, oneri e difficoltà. Chiederemo con forza il superamento del Regolamento di Dublino per ottenere l’effettivo rispetto dell’equa ripartizione delle responsabilità e realizzare sistemi automatici di ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo». Ma «non siamo e non saremo mai razzisti». Poi l’aula ha tributato una standing ovation unanime di maggioranza ed opposizione quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha manifestato condanna per l’uccisione del sindacalista maliano Soumaila Sacko avvenuta in Calabria. Tutti i senatori, nessuno escluso, si sono levati in piedi per applaudire. È stata l’unica standing ovation unanime della giornata.

Le pensioni d’oro

Nel mirino anche le «pensioni d’oro»: un esempio, secondo Conte, di «ingiustificato privilegio che va contrastato. Interverremo sugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili nella parte non coperta dai contributi versati». «L’eliminazione del divario di crescita tra l’Italia e l’Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati».

Il reato di violenza sessuale

Il governo Lega-M5S inasprirà «le pene per il reato di violenza sessuale oltre all’equo indennizzo a favore delle vittime», riformerà «anche la prescrizione, che deve essere restituita alla sua funzione originaria, non più ridotta a mero espediente per sottrarsi al giusto processo» e rafforzerà «la normativa attuale in modo da estendere le ipotesi di conflitto fino a ricomprendervi qualsiasi utilità, anche indiretta, che l’agente possa ricavare dalla propria posizione o dalla propria iniziativa». Occorre rafforzare, sempre secondo il premier, « le garanzie e i presidi utili a prevenire l’insorgenza di potenziali conflitti di interesse».

«Prima i centri impiego poi il reddito di cittadinanza»

Tema centrale anche quello del reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. L’obiettivo del governo «è assicurare un sostegno al reddito a favore delle famiglie più colpite dal disagio socio-economico», un beneficio, secondo il premier, «commisurato alla composizione del nucleo famigliare» e «condizionato alla formazione professionale e al reinserimento lavorativo». «Ci proponiamo, in una prima fase, di rafforzare i centri per l’impiego» per «sollecitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro con la massima efficienza e celerità possibili. Nella seconda fase, verrà erogato il sostegno economico vero e proprio».

I numeri

In Senato il nuovo governo può contare su 167 voti certi, 6 in più rispetto alla maggioranza assoluta. Ci sono 58 senatori della Lega e 109 del Movimento 5 stelle. Oltre ai voti della maggioranza arriveranno altri sì dagli ex grillini e dal Misto. Già annunciato l’appoggio dei senatori Buccarella e Martelli (ex M5S) e dei colleghi del Maie Merlo e Caiata, mentre alla Camera voteranno la fiducia anche i 6 deputati della componente Maie-ex M5S .

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT