7 giugno 2018 - 21:55

Lega-M5S, maggioranza con troppe voci sulla politica internazionale

Di Maio «continuista» su Ue e Nato corregge il premier Conte sulle sanzioni alla Russia. Mentre Salvini la difende e attacca la Germania

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Il fatto che il vicepremier Luigi Di Maio debba confermare l’alleanza con gli Stati Uniti e la permanenza nella Nato non è un buon viatico per il premier Giuseppe Conte. Significa che in questi giorni il profilo internazionale dell’Italia ha rischiato un’incrinatura. Per quanto prudenti, le aperture filo-russe nel dibattito sulla fiducia in Parlamento non hanno lasciato solo una scia polemica col Pd: quello sarebbe il meno. Piuttosto, hanno ridato corpo all’immagine di una maggioranza nella quale soprattutto la Lega punta a rivedere le sanzioni contro Mosca: anche forzando la mano agli alleati. Dall’estero si accusa l’altro vicepremier, Matteo Salvini, di volere staccare l’Italia dall’Ue. Giudizio schematico e magari strumentale; ma non può essere liquidato come «una medaglia» da appuntarsi al petto. È l’ennesimo indizio di un rischio di isolamento da circoscrivere con parole meno avventate.

L’arrivo di Giuseppe Conte alla riunione del G7 in Canada non avviene sullo sfondo di un’Italia più forte. Il risultato del 4 marzo l’ha resa semmai più preoccupante, agli occhi degli interlocutori occidentali. Quando la cancelliera tedesca Angela Merkel chiede che Germania e Italia parlino «gli uni con gli altri, invece di parlare gli uni degli altri», compie un gesto distensivo. Ma in parallelo segnala il rischio di «una comunicazione in modo indiretto, con insinuazioni e congetture». È un messaggio al proprio mondo, forse; di certo, è a M5S e Lega, che ieri con Salvini ha anche difeso i dazi di Trump, decisi «per arginare la prepotenza tedesca».

Ma presentare al G7 un’Europa divisa e appoggiare Trump è un azzardo. La precisazione arrivata ieri da Di Maio tenta di attenuare sul nascere una diffidenza destinata altrimenti a crescere. E segnala una differenza di toni con l’alleato leghista e con il premier, pure indicato dal M5S. Conte mercoledì aveva parlato alla Camera di «revisione» delle sanzioni contro la Russia. Ieri Di Maio ha rivendicato «una funzione dell’Italia storicamente nell’ambito della Nato, dell’alleanza occidentale»; dialogante «con le nazioni dell’Est, come la Russia; e con Paesi come quelli del Mediterraneo, del Nord Africa, che ci permetteranno di risolvere il problema dei flussi migratori». Sono parole prive di qualunque riferimento alle sanzioni contro la Russia, che avevano provocato una reazione di Nato e Usa. Il problema è capire se di qui alle Europee del 2019, tra Di Maio e Salvini aumenteranno o no le distanze sulla politica estera. Sul piano interno, un potenziale contrasto come la chiusura delle acciaierie Ilva di Taranto sembra rientrare. Smentendo il suo Movimento, Beppe Grillo ieri ha comunicato che «nessuno ha mai pensato di chiudere l’Ilva». L’aveva solo fatto credere.

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