9 giugno 2018 - 17:00

Pd, lite social tra Calenda e Boccia su Ilva: «Falla finita», «Non fare il bullo»

Calenda: «Disturbi della personalità di Francesco Boccia che vuole confronto con me su Ilva». Boccia: «Con me perché non attacca. Luigi Di Maio dovrà tenere aperta Ilva perché è giusto così»

di Franco Stefanoni

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«Falla finita». «Non fare il bullo con me». Sono i picchi di una lite via Twitter tra l’ex ministro dem Carlo Calenda e il deputato pd Francesco Boccia. Il tema è l’Ilva, dove l’ex ministro ha sostenuto un piano di recupero industriale contrastato dal Pd pugliese e in particolare da Michele Emiliano, presidente della Regione. E Calenda esordisce così: «Disturbi della personalità di Francesco Boccia che vuole confronto con me su Ilva. Francesco sei del Pd! Devi chiederlo a Di Maio il confronto! Alle brutte Salvini. Falla finita. Di buffoni in giro ce ne sono già troppi. E Ilva è questione troppo seria per vs battaglie interne al Pd». «Trasparenza, si chiama trasparenza - replica Boccia - e non fare il bullo con me perché non attacca. Luigi Di Maio dovrà tenere aperta Ilva perché è giusto così. Ma nel Pd dobbiamo ripartire da una posizione unica e tu devi chiarire molte cose tra Taranto, Piombino e Bruxelles. A presto». E Calenda a sua volta ribatte: «Basta! mi sono stancato di polemiche pubbliche interne al Pd. Questa è l’ultima risposta che ti do. Su Ilva ho chiarito tutto fino all’esaurimento in ogni sede. Se vuoi altre risposte chiamami. Confronti li faccio con gli avversari. Quando finalmente ti iscriverai ai 5S ripassa».

Boccia: «I pugliesi stanchi delle provocazioni Calenda»

Boccia, capogruppo Pd in commissione speciale alla Camera, a margine del convegno in corso all’Università di Bari sulla Web Taxation, che chiude la Summer School Selected Issues of Eu Tax Law as Eu Law, ha inoltre detto: «I pugliesi sono tutti stanchi delle inutili provocazioni dell’ex ministro Calenda. Chiederò nelle prossime ore a Martina di convocare una riunione del Pd su Ilva e su Tap. Il Pd dovrà essere unito su queste due partite fondamentali per la politica industriale italiana. Ma dobbiamo sgomberare i dubbi da ogni zona d’ombra. Aver fatto passare Michele Emiliano per uno contrario allo sviluppo è stato grave e scorretto. Ma la verità viene sempre a galla nel tempo. Sono sicuro che la mediazione migliore tra le parti nei due dossier alla fine sarà proprio quella indicata dalla Regione Puglia e che prevede l’Ilva assolutamente aperta nel rispetto dell’ambiente e la Tap all’opera e nel rispetto del contesto territoriale. A Calenda propongo un confronto all’americana, carte alla mano e nel partito. Si presenti non con i tweet ma con le carte, perché qui in Puglia abbiamo imparato a leggere e scrivere, forse lui non se ne è accorto perché frequenta poco il sud che non ha nulla da invidiare a nessuno, pensiamo di averlo dimostrato ampiamente e vorremmo una volta per tutte entrare nel merito di alcune scelte che hanno stravolto la posizione dello stesso Pd su acciaio, carbone e gas. Vogliamo capire con chiarezza cosa è successo a Taranto, a Piombino e a Bruxelles nelle relazioni tra Cdp, Mittal e Jindal e chi sono i protagonisti. Continuare a dire che chi pretende di discutere della salute dei tarantini o di tutele occupazionali non vuole lo sviluppo, è disonesto intellettualmente».

«Vediamo dove si posiziona il Pd»

In precedenza Francesco Boccia, a Bari, commentando con i giornalisti la situazione che sta attraversando il partito, aveva detto: «Io ho invitato molte persone, a partire da Calenda, di venire per strada, anziché vivere su Twitter, o nei salotti. C’è il tempo per andare in tv e c’è il tempo per fare campagna elettorale. Io penso si debba ripartire dalla rifondazione del largo campo della sinistra italiana e ovviamente bisogna avere chiaro un tema: viviamo in un tempo in cui lo sciame digitale ha portato al governo una certa idea di politica che in parte l’avevamo portata anche noi. Internet era nata per unire l’umanità e le società, ha finito per dividerci tutti. La lotta di classe non c’è più, c’è una lotta tra soli e la sinistra - ha chiarito - deve tornare alle periferie, alle strade a i marciapiedi. Deve ritornare tra gli ultimi». «Io», ha aggiunto Boccia, «penso che questa cosa si possa fare solo con un grande congresso, vero, che duri a lungo e dobbiamo iniziare a parlare di temi anche scomodi, perciò vorrei che Ilva e Tap, diventassero il primo Rubicone. Vediamo dove si posiziona il Pd su Ilva e Tap e capiamo anche quante tesi congressuali ci saranno. Io penso che ce ne saranno più di una, perché se c’è chi pensa che il Partito democratico debba essere il partito di Macron - ha spiegato - significa che siamo su un’altra strada».

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