15 giugno 2018 - 10:13

Bonafede il ministro «reclutatore» del M5S, fu lui a lanciare Lanzalone
Di Maio attaccato anche dai suoi

La scalata da partito «di lotta» a partito «di governo» e le poltrone chiave da riempire. Il ruolo di Bonafede, che già aveva sponsorizzato il suo ex prof Conte ai vertici M5S

di Claudio Bozza

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Quando ci si ritrova catapultati al potere, specie se ciò avviene in tempi molto rapidi, riempire le caselle chiave dei posti di comando con personalità di fiducia non è cosa semplice. Anche perché, oltre alla fedeltà, occorrono le competenze adatte per guidare il relativo settore. È il caso del Movimento Cinque Stelle, che dopo il passaggio da partito «di lotta» a partito «di governo» ha dovuto riempire, rapidamente, un gran numero di queste «caselle». E i personaggi ai vertici del M5S — chi più, chi meno — hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione di questa rete per governare e gestire il potere. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in questa operazione, ha avuto un ruolo chiave come «reclutatore». Non solo, dopo avergli fatto (da giovane) da assistente gratuito all’università di Firenze, aveva sponsorizzato a Luigi Di Maio il professore-futuro-premier Giuseppe Conte. Nel frattempo, infatti, sempre l’avvocato e futuro Guardasigilli, aveva indicato il collega Luca Lanzalone all’amministrazione Raggi per le sue competenze.

La referenza del salvataggio Aamps a Livorno

Esperto di diritto delle società partecipate, Lanzalone aveva infatti già curato per conto della giunta M5s del Comune di Livorno di Filippo Nogarin la procedura di concordato preventivo in continuità per il salvataggio di Aamps, l’azienda locale dei rifiuti, riuscendo a salvarla nonostante tutti l’avessero data come spacciata. Così, anche grazie a questa operazione virtuosa, per Lanzalone, al centro dell’inchiesta per ill nuovo stadio della Roma, si spalancarono le porte del potere anche nella capitale, dove la sindaca Raggi lo indicò come presidente del colosso Acea, poltrona da cui si è dovuto dimettere per il terremoto giudiziario.

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