16 giugno 2018 - 09:02

Migranti, Salvini: «Altre due navi dalla Libia, non sbarcheranno in Italia». La ong Lifeline: «Fascista»

La ong Lifeline attacca il vicepremier, che ribatte: «A casa nostra comandiamo noi, la pacchia è strafinita». Altri 500 profughi in arrivo. La Cei: «L'Italia non resti sola»

di Giuseppe Gaetano

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Le navi delle organizzazioni non governative «non sbarcheranno in Italia». Matteo Salvini ribadisce la sua linea sull'accoglienza dei migranti e - mentre l'Aquarius è ancora diretta verso Valencia, dove attraccherà domenica mattina - avverte sui social: «Altre due navi di ong con bandiera olandese, Lifeline e Seefuchs, sono al largo della Libia in attesa del loro carico di esseri umani abbandonati dagli scafisti. Sappiano che questi signori dovranno cercarsi altri porti». E subito è partito il laconico tweet di Lifeline, «Quando i fascisti ci fanno pubblicità», che ha mandato su tutte le furie il ministro dell’Interno: «Una pseudo associazione di volontariato che dà del fascista al vicepremier? Questi non toccheranno mai più terra in Italia». La ong tedesca ha provato quindi a correggere il tiro, cancellando il post e scrivendo: «No, Matteo Salvini naturalmente non è un fascista. Ci è "scivolato" il mouse». Un replica che, però, sa tanto di presa per i fondelli.

Lifeline: «Dove dobbiamo andare?»

Il botta e risposta infatti non finisce qui. «Dopo avermi dato del fascista ora la pseudo associazione di volontariato tedesca, con nave battente bandiera olandese, batte cassa con un appello in italiano: ci prendono per scemi, ma in Italia la musica è cambiata!» ha scritto poco dopo Salvini, commentando la richiesta di aiuto economico rivolta da Lifeline ai «cari italiani». Poi, ancora un altro cinguettio della ong: «Abbiamo cooperato nel pieno rispetto del codice di condotta, soccorrendo e trasportando 118 persone a bordo della Viking Amber, ora chiediamo alle autorità italiane di chiarire dove saranno sbarcate queste 118 persone». Spagna o Francia, sarà probabilmente la risposta del Viminale. Chi invece approderà di sicuro sulle nostre coste saranno i 42 superstiti salvati martedì dalla Trenton: l'unità della Marina americana fa parte del dispositivo Nato ed è attesa domenica a Lampedusa.

5 Stelle con Salvini

Ma è proprio il codice di condotta delle due imbarcazioni a non convincere la maggioranza: «Non hanno mezzi e personale adatti a salvare un gran numero di persone, l'Olanda le faccia rientrare» sostiene, sempre su Twitter, Danilo Toninelli. Mentre ci si azzuffa, «la Guardia Costiera sta recuperando 500 naufraghi nel mare libico - comunica il ministro pentastellato ai Trasporti -, nessuno può dire che siamo razzisti o xenofobi: l'Italia è sempre stata e rimane in prima linea nel salvare vite umane. Ma così non si può andare avanti, la misura è colma». Anche Vito Crimi sposa la strategia anti-ong, «altrimenti non interromperemo mai il flusso criminale». «Mettono i migranti su pezzi di gomma gonfiata, tanto sanno che c'è qualcuno che prima o poi li soccorrerà» dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che riprende il tormentone "salviniano" della «pacchia», cambiando però destinatario: «E' finita per chi specula, per quelli che sui 600 migranti dell'Aquarius avrebbero lucrato 600mila euro al mese chissà per quanto tempo».

Opposizione divisa

A Palazzi chiusi, la polemica politica si riversa insomma tutta in Rete. Giorgia Meloni arriva a lanciare l'hashtag #BloccoNavaleSubito, una misura estrema che vorrebbe che il premier Conte chiedesse già al Consiglio europeo del 28 giugno: «La chiusura dei porti è un segnale - sostiene la presidente di Fratelli d'Italia -, ma per sconfiggere l'immigrazione clandestina bisogna fermare la partenza dei barconi». La replica del centrosinistra è affidata sul web a Maurizio Martina: «L'umanità prima della propaganda - afferma il segretario reggente del Pd -. Salvini e il governo anziché essere forti con i deboli nel Mediterraneo, non siano ancora complici degli egoismi nazionali in Europa».

La Cei pungola l'Ue

La Chiesa non sta alla finestra. «I diritti e la dignità dei migranti, come quelli dei lavoratori e delle fasce più deboli della società, vanno tutelati e difesi sempre» sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti; riconoscendo tuttavia che «l'Italia non può essere lasciata sola ad affrontare eventi così complessi e drammatici». Il presidente della Comunità episcopale esorta, come già fatto da Papa Francesco, a «non diffidare o lasciare in balìa delle onde chi lascia la sua terra affamato di pane e giustizia» ed evitare «risposte prefabbricate e soluzioni semplicistiche» che hanno l'unico effetto di rendere ancor più incandescente la crisi: «Proprio perché crediamo nell'Europa - spiega -, alziamo la voce perché questa sfida sia assunta con responsabilità da tutti».

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