16 giugno 2018 - 18:26

Il ministro Bonisoli critico sui bonus cultura ai 18enni, il Pd attacca: «La cultura non si taglia»

Il ministro della Cultura ha detto al «Corriere»: «Meglio spendere diversamente i soldi. Penso alla 18 App, i 500 euro in buoni da far spendere ai diciottenni. Vale 200 milioni»

di Redazione Online

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Polemica per le parole del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, che in un’intervista al Corriere della Sera ha espresso dubbi sull’utilità del bonus di 500 euro per i giovani. «In alcuni casi - dice il ministro nell’intervista, parlando dei fondi ottenuti dal suo predecessore Franceschini - era meglio spendere diversamente i soldi. Penso alla 18 App, i 500 euro in buoni da far spendere ai diciottenni. Vale 200 milioni... Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe».

Parole che hanno suscitato la replica della deputata Pd Anna Ascani: «Il ministro Bonisoli - dichiara Ascani «persevera in un atteggiamento irresponsabile e svilente nei confronti di 18App, ma soprattutto dei nostri giovani. È delirante arrivare a dire che sarebbe più educativa per un ragazzo la rinuncia a un paio di scarpe per permettersi i consumi di cultura che avere 18App. Come se tutti i ragazzi in questo paese potessero permettersi i consumi culturali, come se non fosse responsabilità pubblica educare alla cultura. Il sospetto è che il Ministro Bonisoli cerchi goffamente un motivo qualsiasi per tagliare i fondi a 18App, visto che il suo partito ha promesso ingenti tagli delle tasse fortemente classisti».

«Purtroppo il ministro della Cultura Bonisoli conferma di volere smantellare @18app iniziativa pilota in Europa, penalizzando 18enni», rilancia su Twitter il deputato del Pd Filippo Sensi. «Oggi sul Corriere il ministro della Cultura torna sul tema si 18App - sottolinea il senatore dem Roberto Rampi - Il mio appello sincero è che voglia approfondire pubblicamente in commissione i dati di quel provvedimento e non parlarne per sentito dire o con affermazioni generiche e moralistiche come quella sul paio di scarpe cui i ragazzi dovrebbero rinunciare per la cultura! La domanda è la fame di cultura, che io preferisco chiamare desiderio, come la facciamo crescere nei ragazzi, con risorse concrete come abbiamo fatto noi o con dichiarazioni di intenti? E se dobbiamo far crescere le risorse perche' iniziare con un taglio? Al ministro chiediamo un incontro pubblico con noi e con gli operatori del settore, dati alla mano»

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