25 giugno 2018 - 00:40

Pisa, Siena e Massa, elezioni comunali 2018: al ballottaggio il Pd perde ovunque | Tutti i risultati

La resa nelle principali città toscane: i democratici affondano in tutte le ex roccaforti

di Maria Teresa Meli

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SIENA — Si teme, si perde. Fino a sera il Pd soffre. E poi tracolla. La Toscana non è più rossa. Il Pd non ha più una base elettorale. Il Pd sta per essere sconfitto nella lotta per la sopravvivenza.

Perdere Pisa rappresenta un grande problema, la caduta di Massa è dura. Ma perdere Siena è ben peggio. È un colpo esiziale. E non solo perché la roccaforte rossa toscana per antonomasia ha una valenza politica per il Pd pari a quella di Bologna. C’è di più. Ed è quello che ha fatto stare in ansia per tutto il giorno il segretario dei dem senesi Simone Vigni. Il centrodestra infatti ha già conquistato sia Grosseto che Arezzo: con Siena diventa maggioranza in tutta la Toscana del Sud. Mettendo così una bella ipoteca sulle future elezioni regionali. Sì, il Carroccio potrebbe trascinare il centrodestra alla conquista della Toscana nel 2020.

E poi c’è Firenze, che preoccupa tutti. Lì si andrà a votare l’anno prossimo la situazione è più che mai incerta. Tant’è vero che non si dà affatto per scontata la ricandidatura di Nardella. Dunque persino a Siena il Pd ha perso. Eppure sulla carta la partita era stravinta, dopo che il sindaco uscente Valentini obtorto collo è stato costretto a siglare un patto elettorale con l’ex primo cittadino Piccini, ancora molto amato da quelle parti. Ma Vigni nel pomeriggio spronava i suoi. Aveva già annusato l’aria. A chi gli chiedeva il perché di tanta prudenza, visto che tutti davano per certa la vittoria nella città rispondeva con un proverbio senese: «Sicuro è morto ai Ponticini». Come a dire che non c’è niente di scontato. E le chiacchiere a piazza del Campo, dove fino a sera gli uomini del Pd cercavano di tastare il polso dei loro concittadini, sembravano dare ragione a tanta prudenza: «Proviamoli, casomai la prossima volta non li votiamo più», «Peggio di questi non possono fare».

E infatti è su Siena che Salvini ha fatto la sua vera scommessa politica. Comunque è chiaro che per il leader della Lega anche solo Pisa sarebbe stato un trofeo. Lo sapeva bene il vice segretario pd toscano Antonio Mazzeo che ce l’ha messa tutta per scongiurare questo pericolo. Il Pd sia a Siena che a Pisa ha stretto alleanze con la sinistra last minute. E a Pisa giovedì ha debuttato il tandem Gentiloni Veltroni, nella speranza di una riscossa. Ma a Pisa, come a Siena, la Lega ha giocato la carta «sicurezza» e ha sfondato. A Pisa perché il problema dei migranti e dei rom è molto sentito, a Siena, anche se quel problema non c’è, quel tema fa ugualmente presa. Mentre il Pd toscano, che annaspa anche a Massa, dove ha perso, si giocava la partita della sopravvivenza, al Nazareno la tensione era a mille. Martina è rimasto defilato e il suo predecessore Renzi si è tenuto ben lontano dalla contesa elettorale. C’è chi dice che lo abbia fatto perché ha in testa di metter su un partito macroniano e chi giura che invece stia lavorando a un progetto — televisivo — che con «la politica-politica non c’entra niente».

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