5 luglio 2018 - 13:41

Fondi Lega, Salvini: «Parlerò con Mattarella». Il Quirinale: «All'oscuro di ogni contatto».

Il vicepremier replica all’Anm invocando la «libertà d’espressione» sul sequestro dei conti del Carroccio. Bonafede: «Le sentenze vanno rispettate». Silenzio del Colle

di Giuseppe Gaetano

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«Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è all'estero ed è all'oscuro di qualunque contatto». È quanto afferma una fonte della delegazione al seguito del capo dello Stato, interpellata sull'incontro chiesto dalla Lega sulla sentenza che riguarda i fondi del partito. Un incontro che il segretario del Carroccio ha invocato da mercoledì, dopo l'annuncio del sequestro dei conti della Lega nell’inchiesta genovese per truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali, e che fonti della Lega danno come in preparazione («al rientro dalla missione ci sarà la possibilità di individuare una data»).

La polemica

Su questo incontro, nella giornata di giovedì, era esplosa una tensione all'interno del governo. «Che io non possa parlare con il presidente della Repubblica mi sembra una cosa bizzarra: è il garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini», aveva detto il vicepremier. «Io rispetto il lavoro della stragrande maggioranza dei giudici, che al 99% fanno bene e obiettivamente il loro lavoro, ma parlerò con Mattarella del fatto che la Lega sarebbe il primo partito in Europa messo fuori legge con una sentenza non definitiva, per eventuali errori commessi più di dieci anni fa da qualcuno con cui io non c’entro nulla. Sarà Mattarella a decidere se c’è in ballo la libertà d’espressione, la democrazia o è tutto normale». A frenarlo era intervenuto il ministro della Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede: «Tutti devono potersi difendere fino all’ultimo grado di giudizio ma le sentenze vanno rispettate - commenta -, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica». La posizione del'esponente M5S potrebbe aprire di fatto il primo vero scontro all'interno della maggioranza di governo.

I pm: «Nulla di politico»

Il verdetto è quello con cui la Cassazione ha dato ragione alle richieste degli inquirenti. «Salvini? Mi sta simpatico - interviene il procuratore di Genova, Francesco Cozzi -. Gli auguro ogni bene, ma dobbiamo essere chiari: qui non c'è nulla di politico, la procura agisce su profili tecnici». «Dobbiamo aspettare il Riesame e poi che la decisione diventi definitiva- spiega - , solo a quel punto si potrà procedere coi sequestri: stiamo operando come avremmo fatto con qualsiasi partito». Lo svuotamento delle casse della Lega fino alla «somma corrispondente al profitto» oggetto del reato e illecitamente percepito (49 milioni di fondi pubblici non dovuti dal 2008 al 2010, più altri 7 trasferiti a Cipro nel 2012), non comincerà probabilmente prima del prossimo autunno.

Bossi: «Chiedete ai servizi»

«Chiedete ai Servizi italiani... hanno organizzato loro» l’enigmatica risposta dell’ex leader leghista Umberto Bossi, a chi gli domandava di fare chiarezza sull'indagine giudiziaria. Il 12 luglio dovrebbero esserci le richieste di condanna nel processo d'appello per lui, Francesco Belsito e tre ex revisori contabili del partito; in primo grado il senatore 76enne, attuale presidente "a vita" della Lega, era stato condannato a 2 anni e 6 mesi. «Nessun imbarazzo - per l’altro vicepremier, Luigi Di Maio -, le accuse riguardano Bossi, non Salvini». FdI esprime «solidarietà» al Carroccio, considerato la «parte lesa della vicenda»: «Questa sentenza lascia dubbi» afferma Giorgia Meloni. Critica l’opposizione col segretario Pd, Maurizio Martina: «Salvini restituisca i soldi agli italiani e dica la vertà in Parlamento».

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