12 luglio 2018 - 22:31

Nave Diciotti, Mattarella interviene: via allo sbarco. Salvini: «Stupore». E attacca i pm | Cos’è successo: grafico

Salvini prova a negare lo sbarco, il Quirinale prima «segue con attenzione» la vicenda, poi chiama il presidente del Consiglio. Che annuncia: «Sbarco a breve»

di Virginia Piccolillo

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Dalla nostra inviata
TRAPANI — Canti e balli al ritmo del battito di mani. È finita così la lunga giornata a bordo della nave Diciotti, quando il sole ha cominciato a tingere di rosa le saline del porto di Trapani. Con un’esplosione di gioia e cori da stadio («I-ta-lia, I-ta-lia») che hanno accolto l’inizio dello sbarco, iniziato poco dopo le 23 di giovedì. La conferma, alle 21.25 era arrivata con una nota ufficiale del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: «Sta per iniziare lo sbarco dei migranti che sono a bordo della nave Diciotti. Sono state completate le procedure di identificazione delle persone che erano a bordo, con particolare riguardo a quelle a cui risulterebbero imputabili le condotte che configurano ipotesi di reato.

Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti della polizia con le assunzioni testimoniali di tutte le persone che sono state trasportate». Fino a quel momento era stata dura per i 67 profughi, inclusi sei minori e tre donne, presi a bordo dalla nave della Guardia costiera su richiesta pressante della Vos Thalassa che li aveva soccorsi a largo della Libia. Prima il continuo rinvio dell’attracco. Poi lo stallo, con una modalità che ieri lasciava stupiti anche i marinai trapanesi che al bar si interrogavano: «Sbarcò la nave?». «Sì , ma nessuno scese». «E perché?». «Salvini».

E in effetti lo aveva rivendicato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, quell’attracco senza il via libera del prefetto allo sbarco. Una modalità inedita che ha fatto gridare allo scandalo le organizzazioni umanitarie, unite in una nota congiunta a invocare lo sbarco immediato almeno dei sei minori. E che in serata ha suscitato l’interesse del capo dello Stato e una richiesta di informazioni al premier, che dopo la telefonata con Mattarella ha immediatamente chiamato sia Salvini che il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli per risolvere la situazione.

«Non abbiamo fretta», aveva invece detto in mattinata da Innsbruck Salvini. Invitando la magistratura a fare le valutazioni su ciò che era stato denunciato dalla Vos Thalassa: una rivolta al momento del rientro in Libia. Nell’auspicio, già formulato, di vedere scendere i «facinorosi» in manette dalla nave. «O hanno mentito gli armatori denunciando aggressioni che non ci sono state, e allora devono pagare, o l’aggressione c’è stata e allora i responsabili devono andare in galera», aveva aggiunto il vicepremier. Ma la speranza di Salvini si è dovuta scontrare con una diversa valutazione della Procura guidata da Alfredo Morvillo. Nessun arresto né fermo,è stato compiuto nei confronti dei due immigrati — Ibrahim Bushara, sudanese, e Hamid Ibrahim, del Ghana — sospettati di aver animato la protesta, nel rapporto stilato dallo Sco della Polizia e dal Nucleo speciale di intervento della Guardia costiera. Attualmente sono indagati a piede libero per violenza aggravata nei confronti del team della Vos Thalassa. Anche se le indagini continuano per valutare l’eventuale tentativo di impossessamento della nave e le minacce denunciate dall’equipaggio del mercantile, ma ieri smentite dal portavoce dell’armatore. Salvini però non cede. «Sto aspettando di sapere se su nave Diciotti ci sono delinquenti. Da ministro e da cittadino prima di far sbarcare chiunque, vorrei sapere chi c’è a bordo», ha ribadito in serata. Scatenando le accuse dell’opposizione. Da Massimo D’Alema («L’unica emergenza migranti è Salvini») a Nicola Fratoianni («Salvini è il ministro del sadismo»).

Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, da cui dipende la Guardia Costiera, ha invece smentito dissidi interni alla maggioranza: «Nessun braccio di ferro, noi siamo stati chiamati come organi di polizia giudiziaria — la guardia costiera è organo di pg sul mare — per sedare una minaccia di violenza, definita da alcune prime notizie come minaccia di morte, all’equipaggio della nave mercantile italiana che stazionava intorno alle piattaforme petrolifere del mare libico, e siamo intervenuti per salvare le vite del nostro equipaggio». E ha aggiunto: «Nessuno si deve permettere di minacciare le vite dei nostri lavoratori in mare e spero che, anche se è una competenza non mia, mandino in galera coloro che hanno messo in questa situazione. Se poi la situazione di pericolo paventata non corrispondesse al vero, questo ce lo diranno i magistrati».

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