14 luglio 2018 - 15:52

Di Maio: lobby contro decreto Dignità
M5S: bisogna fare pulizia al Mef

Il vicepremier risponde a chi sostiene che le nuove misure varate dal governo incideranno sull’occupazione. «C’è qualcuno che vuole fare caciara»

di Cesare Zapperi

Il vicepremier Luigi Di Maio (Ansa) Il vicepremier Luigi Di Maio (Ansa)
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Il decreto Dignità non farà perdere posti di lavoro, e tantomeno gli 8 mila che molti, avversari politici e osservatori, denunciano. Lo sostiene il ministro del Lavoro Luigi Di Maio in un post pubblicato su Facebook. «Leggo sui giornali che il decreto farebbe perdere ottantamila posti di lavoro, non sta da nessuna parte. C’è un altro numero, ottomila, perché nella relazione c’è scritto che questo decreto farà perdere ottomila posti di lavoro in un anno.

Quel numero, che per me non significa assolutamente nulla, è apparso nella relazione tecnica al decreto la notte prima che si inviasse al presidente della Repubblica. Non è una cosa che hanno messo i miei ministeri, non hanno chiesto i miei ministeri, e soprattutto non è una cosa che hanno chiesto i ministri della Repubblica».

M5S: «Fare pulizia al Mef»

Intanto scoppia il caso sui numeri circolati (o fatti circolare). «Fare pulizia» nella Ragioneria dello Stato e al ministero dell’Economia. È l’intento annunciato da fonti qualificate M5s dopo la vicenda della relazione tecnica al dl dignità. La tabella «spuntata di notte» sugli 8000 posti in meno viene ritenuta un episodio «gravissimo»: il sospetto è che ci siano responsabilità di uomini vicini alla squadra dell’ex ministro Pd Padoan. E l’idea è uno spoil system per «togliere dai posti chiave chi mira a ledere l’operato di governo e M5s. Abbiamo bisogno di persone di fiducia, non di vipere».

Il botta e risposta con il Mef

Ma nel giro di pochi minuti arriva la smentita via agenzie. Il dato degli ottomila posti di lavoro a rischio con il decreto dignità sarebbe già contenuto nella relazione tecnica arrivata al Mef. E’ quanto si apprende da fonti di via XX Settembre. Da prassi le relazioni tecniche, infatti, sono presentate insieme ai provvedimenti dalle amministrazioni che le propongono. La Ragioneria dello Stato esamina quanto riceve e verifica coperture e oneri: se le cifre sono in ordine il provvedimento viene `bollinato´. Nuova controreplica di Di Maio: «Sono sbalordito dal fatto che Mef abbia reagito in quel modo - così il ministro arrivando a Matera. La prossima volta metterò sotto scorta il decreto prima di mandarlo in giro - scherza - io non ho nominato il Mef, ho solo detto che non è la parte politica ad aver inserito in relazione quei numeri, non si tratta di un decreto per ridurre posti ma per ridurre la precarietà. Siccome contro questo decreto ci sono un sacco di lobby che si stanno scagliando, io chiedo al Paese una scelta di campo: scelgano le persone ma anche le opposizioni se stare da parte delle lobby o delle persone che sono state massacrate».

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Il vicepremier «Abbiamo contro le lobby»

Il vicepremier a 5 Stelle aggiunge: «Il tema è che c’è un tot di contratti a tempo determinato, la relazione dice che in quel tot per effetto del decreto se ne perderanno ottomila. Perché nella relazione non c’è scritto quanti contratti a tempo indeterminato nasceranno per effetto della stretta? - continua - E’ questo che mi lascia veramente perplesso, perché questo decreto ha contro lobby di tutti i tipi, tanto è vero che ci è voluto un po’ per farlo arrivare al Quirinale, e ringrazio il presidente della Repubblica che lo ha firmato. Il mio sospetto è che questo numero sia stato un modo per cominciare a indebolire questo decreto e fare un po’ di caciara. Non mi spaventa», assicura.

Martina (Pd): «Di Maio contro Di Maio»

Le puntualizzazioni di Di Maio accendono nuove polemiche da parte delle forze politiche avversarie. «Il Ministro dello Sviluppo economico contro il Ministro del Lavoro per gli oltre 80mila posti in dieci anni che si perderanno con il decreto dignità. Altro che complotto #dimaiocontrodimaio». Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Maurizio Martina.Il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, attacca: «Di Maio usa scuse ridicole e patetiche. Pensare a non meglio precisate lobby che di notte aggiungono tabelle ai provvedimenti del governo, fa sorridere. Il decreto dignità misura la distanza della maggioranza M5S e Lega dalla realtà. Non ci sono misure a sostegno del lavoro a tempo indeterminato e si scoraggia quello a tempo determinato, la conseguenza sarà un incremento del lavoro nero, 8000 posti di lavoro in meno è una stima ottimistica. In Parlamento il Pd farà un’opposizione durissima».

Bernini (FI): «Solo propaganda»

«ll governo giallo-verde con la solita propaganda cerca di mascherare la verita’, ma giorno dopo giorno si conferma contro le famiglie, le imprese e contro i lavoratori. Lo dichiara in una nota Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato. «Vara il Decreto dignita’ - prosegue - che mettera’ subito a rischio 80 mila lavoratori; decide per l’abolizione del Ceta, dando un colpo mortale alle aziende del nostro settore agroalimentare di qualita’. Non consentiremo tutto cio’. Forza Italia, dal Decreto dignita’ al diritto di difesa, dalla reintroduzione dei voucher al sostegno del Made in Italy nel mondo, e’ schierata con le sue proposte per superare lo stallo che M5s e Lega, con le loro divisioni, stanno imponendo al paese», conclude.

Urso (FdI): «Di Maio infantile e pericoloso»

«La giustificazione del vicepremier Di Maio è infantile e, nel contempo, pericolosa, perche’ dimostra come non sappia di cosa parli». Lo sostiene in una nota il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, in merito alle previsioni sulla riduzione dei posti di lavoro contenuta nella scheda tecnica del Decreto dignità. «Di Maio è vicepresidente del Consiglio, ministro del Lavoro, ministro dello Sviluppo economico, co-presidente del Comitato di conciliazione del governo e capo politico del Movimento cinque stelle. Nessun altro prima di lui ha accumulato tanti poteri - rimarca Urso - Piuttosto che alimentare una ridicola caccia alle streghe, si assuma le sue responsabilita’.

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