23 luglio 2018 - 06:54

Presidente Istat: la Lega punta su Blangiardo, esperto di immigrazione (e avversario di Boeri)

Gian Carlo Blangiardo, 69 anni, demografo, docente all’università di Milano-Bicocca, duellò con il presidente dell’Inps su flussi e previdenza

di Dario Di Vico

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Il governo ha individuato il nome su cui puntare per la successione di Giorgio Alleva alla presidenza dell’Istat. La proposta formale spetta al ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno che nei giorni scorsi avrebbe fugato tutti i dubbi e individuato la figura grazie alla collaborazione della Lega. Il nome che circola con insistenza è quello di Gian Carlo Blangiardo, attuale vice-direttore del dipartimento statistica e metodi quantitativi dell’Università Bicocca di Milano. Classe 1948, cattolico, Blangiardo è considerato uno dei più stimati demografi italiani, è ordinario nel suo ateneo dal 1998 e a più riprese ha fatto parte di commissioni scientifiche dell’Istat, come nel caso dell’apposita task force conosciuta come «Oltre il Pil». Nel recente passato Blangiardo ha avuto anche modo di collaborare, tra gli altri, con la Regione Lombardia e la Cei.

L’attuale presidente Alleva è scaduto una settimana fa il 15 luglio e con un regime di prorogatio avrebbe potuto allungare l’incarico fino al termine di agosto, ma in casa Lega raggiunto l’accordo si è preferito accelerare e dare inizio alla procedura. È necessario, infatti, oltre al naturale passaggio in Consiglio dei ministri anche il semaforo verde in Parlamento con maggioranza qualificata espressa dalle commissioni di Camera e Senato. È chiaro che, al di là dell’indiscusso profilo scientifico di Blangiardo, il ricambio all’Istat si presta alle riflessioni (e alle polemiche) su ruolo e indipendenza delle authority alimentate dal conflitto tra il vice-premier Luigi Di Maio e il presidente dell’Inps Tito Boeri e dalle querelle tra l’economista di matrice bocconiana e il ministro dell’Interno Matteo Salvini a proposito di flussi migratori e sostenibilità del sistema previdenziale.

È solo un elemento di cronaca ma sicuramente ritornerà nei commenti delle prossime settimane e riguarda un’intervista che Blangiardo aveva rilasciato giusto un anno fa al quotidiano Libero. In quell’esternazione il demografo milanese polemizzava duramente proprio con Boeri a proposito di immigrati e pensioni. «Non necessariamente devono essere stranieri» i nuovi contributori dell’Inps, «potrebbero anche essere donne o giovani italiani, per citare due categorie il cui tasso di partecipazione al mercato del lavoro è basso» sosteneva Blangiardo. E aggiungeva: «Inoltre i contributi versati dagli immigrati sono un prestito, non un regalo. Andranno restituiti sotto forma di assegni pensionistici. Non si può mica sperare che gli immigrati si dimentichino di quanto hanno versato in Italia e se ne tornino nei Paesi d’origine senza reclamarlo».

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