25 luglio 2018 - 15:09

Migranti, Salvini: «Apriremo nuovi centri per i rimpatri per altri 400 posti»

Saranno realizzati attraverso la riconversione dell’ex carcere di Macomer e dei centri di Modena, Milano e Gradisca d’Isonzo

di Valentina Iorio

Salvini in commissione Affari costituzionali (Imagoeconomica) Salvini in commissione Affari costituzionali (Imagoeconomica)
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I centri di permanenza per i rimpatri attivi sono attualmente sei con una disponibilità complessiva di 880 posti, ma secondo il Viminale non bastano. Per questo il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha deciso di aprirne entro la fine del 2018, per circa 400 posti, che saranno realizzati «attraverso la riconversione dell’ex carcere di Macomer (Nu), il ripristino della funzionalità del centro di Modena e la riconversione di due centri di accoglienza per richiedenti asilo di Gradisca d’Isonzo e di Milano». Il vicepremier lo ha annunciato durante il suo intervento sulle linee programmatiche del suo dicastero, davanti alle commissioni Affari istituzionali di Camera e Senato. A questi centri nel 2019 se ne aggiungeranno altri, nelle Regioni che attualmente ne sono prive, che saranno individuati «attraverso l’interlocuzione con i territori». Una soluzione che in passato molti amministratori della Lega hanno ostacolato, rifiutandosi di ospitare nei loro comuni centri per i migranti. Il ministro ha poi spiegato che «sono allo studio degli uffici del ministero misure per ampliare la platea dei reati che prevedono il trasferimento in questi centri».

La strategia del vicepremier

Salvini afferma di voler affrontare la questione migranti a vari livelli, sul fronte europeo, riformando il Regolamento Dublino sul diritto di asilo, e, sul versante interno, ripensando il modello di accoglienza. «Le frontiere italiane— ha sottolineato— devono essere seriamente considerate non più solo come confini nazionali ma come confini dell’intera Europa e, perciò, difese collettivamente dalle istituzioni comunitarie». Per quel che riguarda il calo degli sbarchi il vicepremier rivendica: «Sono convinto che il consolidamento dei dati sia anche frutto dei primi passi del nuovo governo nella direzione di un non più rinviabile radicale cambio di passo nelle politiche di contenimento dei flussi migratori».

«Flussi migratori possibile veicolo per il terrorismo»

«Il fatto che l’Italia sia fino ad oggi rimasta immune da attentati, nulla toglie alla pericolosità della minaccia e ai rischi concreti cui il nostro Paese è esposto, anche per il suo impegno in diversi teatri internazionali», ha continuato Salvini. «In questo contesto, non va sottovalutata anche l’eventualità che i flussi migratori possano rappresentare il «veicolo» per l’arrivo di soggetti esposti a processi di radicalizzazione o infiltrati da organizzazioni terroristiche al fine di compiere azioni violente, anche in altri Paesi - ha aggiunto- Del resto, le indagini svolte hanno documentato come, in diversi casi, gli autori di feroci attacchi avvenuti in Paesi Europei o i loro fiancheggiatori sono transitati o hanno soggiornato in Italia, mantenendovi anche dei collegamenti. È per questo motivo che saranno particolarmente approfondite le verifiche dei soggetti in transito presso le zone di sbarco più sensibili. A tale ultima attività contribuiscono anche i «guest officer» di Europol, la cui azione, dopo i controlli di sicurezza di primo livello espletati negli hotspot italiani con la collaborazione di Frontex, si concentra sui soggetti che, in base a specifici indicatori, destano sospetti e appaiono meritevoli di ulteriori controlli. Questa collaborazione è una declinazione particolare di una più ampia strategia che vede il suo punto di forza nella massimizzazione dell’interscambio informativo tra le forze dell’ordine e l’intelligence che si realizza nell’ambito del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (C.A.S.A.) operante al ministero dell’Interno».

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