28 luglio 2018 - 08:58

Grillo rilancia il voto sull’euro: «La democrazia ormai è superata»

Il fondatore dei 5 Stelle, al giornalista Ian Bremmer per la trasmissione Usa «GZeroWorld», propone l’estrazione per i parlamentari. L’attacco di Pd e FI

di Giuseppe Alberto Falci

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Prima Davide Casaleggio, poi Beppe Grillo. Per il figlio di Gianroberto e per il fondatore dei 5 Stelle la democrazia è uno strumento superato. È trascorsa solo una settimana da quando Casaleggio junior si era espresso così: «Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile». Passano quindi pochi giorni e tocca a «Beppe» rompere il tabù ed archiviare con un tratto di penna il concetto di democrazia rappresentativa e di conseguenza l’assemblea elettiva. Con una parola il Parlamento, così come lo si è inteso fino a oggi.

Incalzato dal giornalista Ian Bremmer per la trasmissione americana GZeroWorld, Grillo, in polo bianca e pantalone blu, risponde da una terrazza. Pochi istanti e si lascia andare: «Dobbiamo capire che la democrazia è superata». Il ragionamento del fondatore del M5S segue la stessa direttrice di Casaleggio jr: «Che cos’è la democrazia quando meno del 50% va a votare? Se prendi il 30% del 50%, hai preso il 15%. Oggi sono le minoranze che gestiscono i Paesi». Per l’ex comico quindi occorre sostituire la democrazia «con qualcos’altro, magari con un’estrazione casuale». Grillo si spinge oltre ed evoca una delle due Camere del Parlamento eletta casualmente. Ovvero? «In maniera proporzionata per età, sesso, reddito, del Sud, del Nord, cosicché queste persone rappresentino veramente il Paese». Non è dato sapere come andrà a finire.

Di certo, Grillo è in vena. Nella lunga intervista, infatti, non esclude una consultazione sull’uscita dall’euro. «Sarò sempre a favore di un referendum. Il referendum è uno strumento. Il metodo più democratico che conosco è avere un referendum online, su tutti gli argomenti». Tra le righe Grillo ripropone il famoso piano B, evocato in più occasioni dal ministro degli Affari europei Paolo Savona. «Il referendum — osserva — è un modo per iniziare una conversazione su un ipotetico piano B. Cioè noi non abbiamo un piano B, in caso succedesse qualcosa. Oggi da un momento all’altro cambia tutto, lo abbiamo detto prima, basta un tweet dall’altra parte del mondo per trasformare la politica economica di una nazione. Devi avere un piano B. Sono sicuro che la Germania e la Francia hanno un piano B. Non dico di lasciare l’euro così, ma di lasciar decidere al popolo italiano con un referendum».

L’intervista scatena l’immediata reazione delle opposizione che non gradiscono in particolare le parole sulla democrazia e il Parlamento. Dura la vice presidente della Camera Mara Carfagna (FI): «La delegittimazione colpisce chi è alla guida delle istituzioni, dunque Beppe Grillo colpisce il suo partito e chi lo rappresenta». Mentre per il Pd interviene Matteo Renzi: «Il governo lo smentisca presto. Perché se i mercati gli credono, lo spread torna a ballare e il conto lo paghiamo tutti. Il comico è milionario, non ha niente da temere».

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