4 maggio 2018 - 11:34

Salvini rilancia: «Governo a termine con i Cinquestelle, no a premier tecnici»

In precedenza Di Maio aveva definito ogni i potesi di governo tecnico un «tradimento del popolo». Sia Grillo (che torna a chiedere un referendum sull’euro) che Salvini tornano ai toni populisti

di Alessandro Sala e Franco Stefanoni

(Ansa) (Ansa)
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Salvini e Di Maio tornano in primo piano nel dibattito sulla formazione del nuovo governo. Se il premier in pectore dei pentastellati definisce «un tradimento del popolo» ogni formula che li veda messi all’angolo, il capo leghista rilancia l’asse populista, proponendo al M5S un esecutivo a termine, fino a dicembre, «senza premier tecnici». Potrebbe essere l’ultima offerta prima del confronto di lunedì con il capo dello Stato che ha convocato un nuovo giro di consultazioni. Un solo giorno per capire se, dopo le rigidità delle ultime settimane, esista oppure no la possibilità di affidare un incarico.

Salvini non ha fatto cenno a Silvio Berlusconi, lasciando intendere che la proposta sia sempre la stessa, ovvero quella di un confronto tra i pentastellati e il centrodestra nella sua interezza. Condizione, questa, che aveva fatto saltare il tavolo al precedente giro. Non è un mistero che i grillini di Forza Italia non ne vogliano sapere e non è forse un caso che, senza aspettare il passaggio al Colle, oggi abbiano rilanciato l’ipotesi di un voto subito, indicando anche la possibile data: il 24 giugno. Al momento M5S e Lega sono d’accordo nel respingere l’ipotesi evocata dal Quirinale di un governo transitorio che permetta di fare fronte agli impegni immediati e traghettare il Paese fino alla prossima primavera, lasciando al Parlamento la possibilità di lavorare su una nuova legge elettorale.

«Traditori del popolo»

«Se il governo di tregua nasce è perché Salvini si è alleato con il Pd» aveva detto Di Maio, conversando con i cronisti in Transatlantico. «Non esiste tregua per i traditori del popolo». E ancora: «Se metteranno il presidente Mattarella in condizione d’individuare questo governo di tregua, gli altri partiti saranno stati i traditori del popolo. Il disegno che noi avevamo visto, con tutti dentro contro di noi, si sta realizzando». Quanto alla data del possibile ritorno alle urne, il 24 giugno, Di Maio ha spiegato che è stata indicata perché rientra nelle tornate dei ballottaggi. A chi gli chiedeva se è questa la posizione che porterà la delegazione Cinque Stelle al Quirinale, lunedì prossimo, invece, ha risposto: «Saprete tutto in giornata».

Salvini: «Niente tecnici»

Salvini ha invece spiegato che «se di governo tecnico, di scopo o istituzionale, si deve parlare, allora, l’incarico va dato partendo da chi ha vinto le elezioni, escludendo qualsiasi tecnico alla Monti». Ma il leghista tiene aperta l’ipotesi di una collaborazione con il M5S sottolineando che un governo a tempo può fare «poche cose e bene». Salvini ha anticipato che si presenterà con questa proposta al Quirinale e ha precisato anche dicembre come orizzonte massimo dell’esecutivo, aggiungendo che l’unica condizione da lui posta è che dall’alleanza siano esclusi Renzi e ogni trattativa con il Pd, per cui n No anche a una proroga del governo Gentiloni: «Non appoggerò governi guidati da dame di compagnia della Ue».

Grillo: «Gli italiani votino sull’euro»

Intanto torna a farsi sentire il fondatore del Movimento, Beppe Grillo. E lo fa con un’intervista al settimanale francese Putsch a cui dice che in Italia c’è stato «un colpo di Stato alla rovescia» in cui è stata «usata la democrazia» per impedire al Movimento 5 Stelle di andare al governo. Grillo ha puntato il dito contro la legge elettorale, considerata la responsabile dell’«impasse». Secondo l’ex comico, «la legge elettorale è stata decisa attorno a un tavolo per impedirci di governare. Allora cos’è la democrazia? Non so ma la democrazia dovrebbe permettere a chi raccoglie più voti di governare», ha aggiunto. «Noi non vogliamo governare, noi vogliamo dare alle persone gli strumenti per rappresentarsi da sole». Infine, un’incursione sull’Europa e l’euro: «Ho proposto un referendum per la zona euro. Voglio che il popolo italiano si esprima. Il popolo è d’accordo? C’è un piano B? Bisogna uscire o no dall’Europa?».

Renzi: «Sbroccano perché non hanno i numeri per governare»

Parole, quelle dei grillini, che non sono rimaste a lungo senza replica e che hanno fatto litigare a distanza due big del Partito democratico, l’ex premier Matteo Renzi e il ministro della Cultura Dario Franceschini. Il primo rivendica il merito di avere bloccato sul nascere ogni ipotesi di contatto per un governo Pd-M5S; il secondo giudica l’analisi dell’ex segretario «superficiale e sbagliata» e fa notare come un eventuale intesa avrebbe potuto portare i grillini su posizioni di responsabilità per dare vita ad un «governo reale».

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