3 maggio 2018 - 22:36

Trizzino (M5S): «Le urne? Una iattura. Riproviamo con la Lega»

«Non è un problema di persone. Berlusconi è un pluricondannato. Ma è persona lungimirante e intelligente. Da lui potrebbe venire un’iniziativa che ci apra la strada»

di Alessandro Trocino

Giorgio Trizzino (Ansa)
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Il governo? «Si può fare, con una tregua bilaterale Di Maio-Salvini». Di Maio premier? «Non è questione di nomi». Il ritorno alle urne? «Una iattura». Giorgio Trizzino, deputato palermitano M5S, vecchio amico del presidente Mattarella, invoca il dialogo.

Ancora, professore?
«Sì, sono vicepresidente della Commissione speciale. Lì si è creato un bel clima. Mi piacerebbe che si applicasse questo modello al governo».

E come si fa? Di Maio sembra aver gettato la spugna.
«Sono un vecchio dc, i giovani mancano di pazienza. C’è stato un cortocircuito, troppi capricci. Salvini e Di Maio devono riprendere il dialogo».

Pesa il veto su Berlusconi.
«Non è un problema di persone. Berlusconi è un pluricondannato. Ma è persona lungimirante e intelligente. Da lui potrebbe venire un’iniziativa che ci apra la strada».

Un passo indietro, dice?
«Io penso a un passo avanti di Salvini e Di Maio. E poi Berlusconi non è Forza Italia».

Dialogo con Forza Italia?
«Ci siamo già ammorbiditi. Salvini può essere il garante».

Ricapitoliamo: torniamo allo schema Lega-M5s?
«Non in una settimana. Ci vogliono almeno 4-5 mesi».

Nel frattempo?
«Decide il presidente. Un esecutivo transitorio per il Def e per tranquillizzare. Poi, dal seme può nascere una rosa».

Non è troppo ottimista?
«In Germania ci hanno messo sette mesi».

Ma un governo di tutti, del Presidente, come lo vede?
«Mi sembra debolissimo».

E se si tornasse alle urne?
«Sarebbe un danno per tutti. Il Paese perderebbe di affidabilità internazionale».

Al Pd ci ha creduto?
«È stato un inganno ordito da Renzi».

Di Maio premier è irrinunciabile?
«Non sta a me dirlo. Decide il presidente. Ma Di Maio ha detto che non ragioniamo di poltrone, ma di metodo».

Perché è andata male finora con Salvini?
«Forse siamo stati troppo diretti nel veto su Berlusconi. È stato un errore, capisco che possa aver dato fastidio».

E ora?
«Andrei verso un governo di pacificazione. E toglierei un peso al presidente».

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