6 maggio 2018 - 23:08

M5S, il momento dell’attesa
«Ora in platea con i popcorn»

Polemica per le parole di Di Maio sul rischio per la democrazia

di Emanuele Buzzi

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Una giornata d’attesa dopo aver lanciato il dado. I Cinque Stelle aspettano il vertice del centrodestra e le mosse di Matteo Salvini. Tra i due leader in giornata ci sono di nuovo contatti, aspettativa per un’idea — quella del premier terzo — sembra aver trovato presa nella Lega. L’apprezzamento fatto filtrare dal Carroccio per il passo indietro pubblico di Luigi Di Maio riaccende le speranze di una possibile svolta, anche se — spiegano nel Movimento — «ora non dipende da noi». La scelta del capo politico ha il duplice valore sia di lanciare un’ultima offerta in extremis («dimostrando la volontà del Movimento, tocca a Salvini dire se preferisce Berlusconi o il cambiamento») sia preparare il terreno per la campagna elettorale «senza rimanere con il cerino in mano». Le possibilità di un accordo di governo, però, sono vive. Lo scenario «invocato» è quello di una adesione di Forza Italia al governo del presidente, soluzione che porterebbe la Lega allo strappo senza però avere la responsabilità della rottura. «Ora la palla passa a @matteosalvinimi: lo facciamo un governo che non sia “servo” del sistema?», domanda Gianluigi Paragone.

I contorni

I contorni di un eventuale esecutivo sono al momento più che sfumati. Il Movimento si dice «aperto a dialogare su tutte le opzioni», ribadendo ancora una volta «equità nei ruoli» (che tradotto significa un peso politico alla pari nei ministeri). Il nome — ribadiscono i vertici pentastellati — «nel caso, lo sceglieremo di comune accordo con Salvini», ma c’è anche chi ipotizza a grandi linee un profilo con un forte background economico.

Dentro al Movimento

Il passo indietro del capo politico ha però un risvolto tutto interno al Movimento: viene accolto con soddisfazione dalla base (che invece era stata molto ostile sull’apertura del forno con il Pd) e dall’ala pragmatica («Ho preso i popcorn per l’incontro di stasera del centrodestra», scrive Massimo Bugani. «Scacco», commenta Stefano Buffagni), ma soprattutto ricompatta il gruppo parlamentare un po’ disorientato sull’idea di tornare al voto (fino a poco prima dell’annuncio c’era chi tra i parlamentari invocava il sostegno esterno a un governo di tregua). Nessun rischio implosione però: eventuali defezioni per appoggiare governi istituzionali raccontano nel Movimento «sarebbero state poche, al massimo una ventina».

I punti

Di Maio, intanto, ieri da Lucia Annunziata a Mezz’ora in più ha chiarito anche la volontà di puntare sulle priorità economiche e sul ritorno alla via parlamentare, due elementi che saranno cardine anche in un ipotetico governo legastellato. «L’esercizio provvisorio è da scongiurare assolutamente. Il Parlamento sta lavorando nella commissione speciale: il governo ha presentato il Def, che analizzeremo come Parlamento — ha detto il cao politico —. Ora bisogna fissare con una legge quello che prevediamo nel Parlamento e questo si può fare con un decreto legge “manovrina” sia a luglio, sia a settembre per votare a ottobre per scongiurare l’aumento dell’Iva».

Le parole

Il leader del Movimento insiste sui problemi reali e sulle storture del Paese. E dice: «In questi giorni ho incontrato degli esponenti delle forze dell’ordine che hanno condotto una grande inchiesta che non possiamo dire ma che è arrivata alla ribalta nazionale. Dopo quell’inchiesta il loro nucleo è stato smembrato». Un altro passaggio dell’intervista di Di Maio, invece, fa scattare la polemica. Parlando della possibilità che il Movimento rimanga escluso, isolato nella partita per la formazione del governo, Di Maio sostiene: «Il rischio che vedo io è un rischio per la democrazia rappresentativa. Io non minaccio nulla ma il rischio di azioni non democratiche può esserci». Parole che scatenano la reazione sia dei dem sia di Forza Italia. Per l’azzurro Osvaldo Napoli è un «Ricatto agli italiani», Osvaldo Napoli, la capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini, parla di «spettacolo inquietante», mentre per il pd Davide Faraone sono «parole eversive».

Il tweet

Intanto Beppe Grillo in serata lancia un tweet: «In questi giorni si parla tanto di Reddito di Cittadinanza. Sento dire tante cose. Ma il punto è comprendere appieno il cambiamento che stiamo vivendo nella produzione. E’ inutile cercare di rincorrere il passato. Tutto è cambiato,...».

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