12 maggio 2018 - 12:44

Di Maio incontra Salvini, accordo sui primi dieci punti. Divergenze sull’Ilva

Il leader leghista all’uscita dall’incontro: «Convergenza sui punti chiave, abbiamo parlato di temi e non di nomi». Conferme da Di Maio: «Stiamo lavorando bene, sono ottimista; e domani andiamo avanti»

di Redazione Online

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«C’è sostanzialmente un accordo sui punti chiave». Lo afferma Matteo Salvini a margine del tavolo sul contratto di governo con il M5S. «Vogliamo chiudere, saremo al lavoro anche domani». «Se domani stiamo qua a scrivere, evidentemente non posso essere al Quirinale». «Sono contento perché si sta parlando di temi, non di nomi, non di cognomi, non di ministri». «A me interessa che tutto questo non comporti rotture nel centrodestra perché io sono portavoce di una coalizione che non comprende solo la Lega. Se riusciamo a fare tutto questo insieme io sono contento». «Se la compatibilità arriverà all’80% si parte, altrimenti ci abbiamo provato». «L’idea è di mettere nero su bianco il progetto per il futuro dell’Italia. Questo ovviamente passa attraverso la rinegoziazione dei trattati Ue, altrimenti l’Italia soffoca. E su questo mi sembra ci sia una volontà comune».

Di Maio ottimista

«Non abbiamo parlato di nomi - ha confermato Di Maio all’uscita dal Pirellone -: il lavoro sul contratto di governo procede bene, domani continuiamo il lavoro. Siamo sulla buona strada e sono ottimista».

Rebus sul nodo Ilva

Le delegazioni avrebbero raggiunto il pieno accordo sui primi dieci punti del programma che, potrebbe avere un incremento dei titoli, arrivando a oltre una ventina rispetto ai 19 di questa mattina. Secondo fonti leghiste, sul tavolo ci sarebbe anche il nodo Ilva, dossier sul quale la Lega si oppone alla chiusura. Dopo le prime indiscrezioni, da fonti leghiste, che parlavano di un accordo trovato nel corso della riunione per stilare il contratto di governo per evitare la chiusura dell’Ilva, la partita invece sembra essersi riaperta perché più difficile del previsto. Secondo quanto viene riferito da fonti pentastellate, infatti, M5s si starebbe «battendo ancora con forza» per la chiusura dello stabilimento di Taranto. Quindi, viene spiegato, «la questione è ancora tutta sul tavolo».

«Niente nomi»

«Di nomi non abbiamo parlato ancora, oggi si parla del contratto di governo»: così Luigi Di Maio, alla folla di giornalisti che l’ha atteso alla stazione Centrale di Milano, per chiedergli se il nome del futuro premier stia ostacolando il negoziato con la Lega. E se gli iscritti bocciassero l’accordo tramite la piattaforma Rousseau? «Io credo sarà un buon contratto, mi riferiscono che la trattativa sta andando molto bene» ha tagliato corto il laeder M5Stelle mentre di dirigeva al Pirellone, dov’è arrivato con oltre un’ora di ritardo. Matteo Salvini l’ha aspettato dalle 16 al 23esimo piano del grattacielo, per l’atteso faccia a faccia: i due potrebbero dare già in serata il via libera definitivo all'intesa sulla formazione del nuovo governo. Secondo l'Ansa, sono almeno 19 i punti di quello che il capo politico 5 Stelle definisce «un contratto con gli italiani al centro». «Abbiamo trovato ampie convergenze sui temi che stanno a cuore ai cittadini - ha scritto stamani su Fb, negando le tensioni emerse ieri -: reddito di cittadinanza, flat tax, lotta al business dell’immigrazione, abolizione della legge Fornero, conflitto di interessi».«Siamo entrati nella Terza Repubblica - annuncia -, quella che mette al centro gli italiani».

Blitz dei centri sociali

Poco prima dell’inizio del vertice, una ventina di ragazzi del centro sociale milanese «Cantiere» ha acceso dei fumogeni e srotolato uno striscione con la scritta «Reddito per tutti, razzismo per nessuno» in via Pirelli, a pochi metri dall’ingresso carraio. Accerchiato dai poliziotti, il gruppetto ha provato a irrompere nella sede del Consiglio regionale lombardo dall’accesso principale in via Filzi, girando attorno all’edificio, ma è stato nuovamente cordonato dagli agenti in tenuta anti-sommossa.

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