7 novembre 2018 - 12:19

Decreto sicurezza, sì dal Senato (con la fiducia). I ribelli M5s non votano
Salvini: gli sciacalli si rassegnino

La legge che introduce un giro di vite sulla protezione umanitaria e introduce il Taser passa il primo esame. Forza Italia non vota, il Pd protesta: «Aumenteranno i clandestini». Ora il passaggio alla Camera

di Dino Martirano

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Il Senato ha approvato con il voto di fiducia (163 i sì e 59 no) il decreto sicurezza-immigrazione fortemente voluto dalla Lega e dal suo leader Matteo Salvini (cosa c’è nel testo). Il decreto - che introduce un forte giro di vite per i richiedenti asilo e la protezione umanitaria richiesta dai rifugiati e mette a disposizione dei poliziotti, tra l’altro, la pistola elettrica Taser - supera dunque il primo giro di boa e ora passa alla Camera. Hanno votato a favore Lega e M5S, esclusi quattro dissidenti grillini - De Falco, Nugnes, Fattori e Montero- usciti dall’aula al momento del voto. Ma mancano all’appello altri 3 voti di grillini: si tratta di Vittoria Bogo Deledda e Michele Giarrusso (che erano in congedo dunque assenti giustificati), Virginia La Mura (assente ma che aveva firmato alcuni emendamenti assieme a De Falco); anche Carlo Martelli ( ex grillino, ora al gruppo misto) e si è astenuto. I senatori di Forza Italia, che apprezza il contenuto del provvedimento, sono rimasti in aula senza votare. Fratelli d’Italia, che pure tifa per il provvedimento sull’immigrazione, ha scelto l’astensione nel voto che, con il nuovo regolamento del Senato, non è equivale più a un voto contrario. Hanno votato contro il Partito Democratico, Liberi e Uguali e le Autonomie. Salvini, dunque incassa il risultato ed esulta esulta: «Ci stiamo lavorando da questa estate. Sono Contento». E ora tocca al M5S avere soddisfazione sulla prescrizione e sul ddl anticorruzione fermo alla Camera perché la Lega si è messa di traverso. Su questo punto Salvini è stato, a parole, accomodante: «Sulla prescrizione chiudiamo tra qualche ora. Tra persone ragionevole una soluzione si trova sempre».

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La norma sugli sgomberi

Fratelli d’Italia ha denunciato che dal maxi emendamento approvato con la fiducia, il testo che sostituisce l’intero provvedimento, è saltato il comma che permetteva alle forze di polizia interventi immediati sulle occupazioni degli stabili. «Non ci siamo, questo è un tradimento bello è buono: ai cittadini onesti che aspettavano la loro rivincita, alle famiglie regolarmente in graduatoria per una casa popolare, ai proprietari di case espropriate dai movimenti per l’occupazione e di fatto requisite dallo Stato».

L’imbarazzo del M5S

La dichiarazione di voto nell’aula del Senato del capogruppo del M5S, Stefano Patuanelli, è stata dedicata quasi interamente alla manovra economica, al contratto di governo e al decreto dignità già approvato dal Parlamento. Il rappresentante del M5S ha parlato di economia, occupazione e di delocalizzazione delle industrie. Solo al termine del suo intervento ha dedicato una manciata di secondi al merito del decreto sicurezza e immigrazione annunciando il voto favorevole dei senatori grillini.

Il non voto dei ribelli M5S

Come annunciato i dissidenti del Movimento cinque stelle non hanno partecipato al voto perché ritengono dannoso questo decreto sicurezza-immigrazione. Ma alla fine sono rimasti in quattro: Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori e Matteo Montero. Il comandante De Falco ha motivato il suo allontanamento al momento del voto con queste parole: «Rendere questo decreto aderente al dettato costituzionale era un preciso dovere di questo Parlamento come ci ha ricordato la più alta carica dello Stato. In ogni caso confermo la mia fiducia a questo governo...». Paola Nugnes, invece, è entrata nel merito del decreto, smontandolo pezzo dopo pezzo: «Tutti questi immigrati irregolari non spariranno certo per decreto». Elena Fattori, infine, ha aggiunto: «Questo decreto è contro tutto quello che c’è nel programma dei Cinque Stelle».

Il grazie della Lega

Il capogruppo dalla Lega Massimiliano Romeo ha ringraziato il Movimento cinque stelle per il contributo fornito al miglioramento del decreto sicurezza: «Il testo, dunque, non era blindato». Ma poi il capogruppo del Carroccio ha voluto ringraziare anche Forza Italia e Fratelli d’Italia e ha ricordato quando nel 2011 il governo di centrodestra portò a termine 71 mila espulsioni. Per la Lega, «i 100 mila immigrati invisibili che vagano per l’Italia» sono responsabilità dei governi precedenti del Pd che si «sono messi la mano sul cuore salvando tanti immigrati durante le traversate in mare». Alla Lega, poi, ha risposto, Forza Italia: «Lasciate questa alleanza con gente che è di sinistra, seguite l’invito che via ha fatto Silvio Berlusconi. Tornate a casa vostra nel centrodestra».

Il non voto di Forza Italia

Forza Italia non ha partecipato al voto perché non intende appoggiare il governo ma apprezza il contenuto del decreto. Maurizio Gasparri: «La fiducia non ve la possiamo dare perché poi ci saranno i compromessi tra Lega e M5S sulla prescrizione e i processi saranno infiniti. Quindi non votiamo la fiducia ma apprezziamo alcune misure di questo provvedimento. La tutela della sicurezza dei cittadini, in particolare. E per questo ci asteniamo dal voto. Noi diciamo sì alla sicurezza ma non al governo perché poi non si dica nei bar italiani che Forza Italia vota contro un provvedimento che punta alla sicurezza dei cittadini». Forza Italia, in particolare, la menta che la fiducia ha impedito di approvare alcuni emendamenti migliorativi: «Come quello - ha spiegato Gasparri - che elimina il reato di tortura che sta affliggendo tanti agenti di polizia. Ma La lega ci ha risposto che la tortura non è nel contratto di governo con il M5S».

Il Pd: «E’ il decreto clandestinità»

Il senatore dem Dario Parrini ha detto che questo «non è il decreto sicurezza ma il decreto clandestinità». E poi ha aggiunto: «È un testo illiberale e in tante parti incostituzionale perché ignora la lettera del Capo dello Stato che lo accompagnava e non rispetta la Costituzione in punti rilevanti quali il rispetto degli obblighi internazionali, la restrizione delle libertà personali, la questione della cittadinanza. Come si può credere che ci sarà più sicurezza senza il rispetto delle libertà civili fondamentali? Se non c’è libertà non c’è sicurezza. Infine, è stato portato avanti da Lega e M5s con prove di arroganza inquietanti. La maggioranza non ha il diritto di svilire il ruolo del Parlamento e di scaricare i suoi contrasti sulle opposizioni. Per tutti questi motivi il Pd vota no».

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