13 novembre 2018 - 23:36

Voto sul condono edilizio di Ischia, il «ribelle» De Falco verso l’espulsione

Decisivo il no del senatore. Veleni nei Cinquestelle: vuole i soldi. La senatrice Paola Nugnes si astiene: sarà sospesa. I vertici del Movimento: «Per loro game over»

di Dino Martirano

Voto sul condono edilizio di Ischia, il «ribelle» De Falco verso l’espulsione I senatori M5S Gregorio De Falco e Paola Nugnes (Ansa)
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È il primo incidente parlamentare per la maggioranza M5S-Lega ed è successo proprio sull’articolo 25 del decreto Genova, quello che riapre il condono edilizio in tre comuni di Ischia. Così, grazie a un emendamento di Forza Italia condiviso dal Pd, da Leu e Autonomie, ora la nuova sanatoria pur rimanendo nel decreto sarà comunque più ristretta.

I voti determinanti di due dissidenti grillini — Gregorio De Falco e Paola Nugnes — hanno dunque mandato sotto il governo in Commissione Ambiente e Lavori Pubblici del Senato dove è stato messo in votazione anche quello di Urania Papatheu di Forza Italia. È finita 23 a 22 per le opposizioni (Pd, FI, Leu, Misto, Autonomie) con il comandante De Falco che si è espresso contro gli ordini del suo Movimento e la senatrice Nugnes che si è astenuta. Invece Domenico De Siano (FI), favorevole al condono, si è unito a Lega e M5S ma alla fine la maggioranza, che aveva guadagnato un voto, ne ha persi due. Ora però i due dissidenti grillini — «Loro sono game over», è l’indicazione che viene dai piani alti del M5S — rischiano l’espulsione (De Falco) e la sospensione (Nugnes). Luigi Di Maio conferma l’avvio di un procedimento davanti ai probiviri e sfida i due dissidenti: «È un fatto gravissimo ma ora è tempo di tagli di stipendi e restituzioni. Vedremo...». Ma la Nugnes non si piega: «Non ho paura, quando si è nel giusto non si ha paura di niente».

Con l’emendamento approvato il condono rimane in forma ridotta. Vengono strette le maglie della nuova sanatoria riferibile ora non più ai criteri introdotti dal condono del 1985 (governo Craxi) ma a quelli successivi del ‘94 e del 2003 (governi Berlusconi) con i voti della Lega.

Nel M5S, i vertici sono furiosi con i «traditori» che dopo aver tentato il colpaccio con il decreto Salvini (approvato poi con la fiducia) sono riusciti a imporre la voce critica del Movimento sul condono di Ischia: «Quello che è successo non riguarda né il governo né la maggioranza che è e resta solida», prova a sdrammatizzare il capogruppo grillino Stefano Patuanelli. Che però aggiunge: l’incidente «riguarda due persone che hanno tradito l’impegno preso con i cittadini, Gregorio De Falco e Paola Nugnes». Eppure il dissenso pare più esteso: Matteo Mantero ha votato con il gruppo ma solo perché teme un rallentamento del decreto Genova; Lello Ciampolillo parla di condono «ad insulam».

I ribelli del Movimento
Il compromesso

La maggioranza pensa di rimediare. «I lavori della Commissione vanno avanti e in Aula correggeremo questa spiacevole stortura», è il pronostico di Patuanelli. La Lega resta a guardare («Non ci mettiamo a giudicare cosa succede in casa di altri») ma è sicuro che il Carroccio non si tirerà indietro in Aula per tornare al condono largo: «Lo dobbiamo fare perché non c’è tempo per una terza lettura».

Le opposizioni però hanno assaporato una piccola rivincita anche se nessuno, a partire da Loredana De Petris (Leu), si fa grandi illusioni di azzoppare il condono di Ischia. Andrea Ferrazzi del Pd dice però che l’incidente fa male al M5S perché «hanno voluto nascondere nel decreto Genova il condono che in tre comuni di Ischia riguarda 6 mila case abusive su un totale di 13 mila». Matteo Renzi attacca Luigi Di Maio e prova a blandire Matteo Salvini: «Il nostro lavoro di lotta senza quartiere al condono voluto da Di Maio sta producendo i primi risultati... E rinnovo l’appello a Conte e a Salvini: togliete la parte sul condono e noi voteremo con voi il decreto Genova».

Molta irritazione, da parte del M5S, viene ora concentrata su Forza Italia che alla fine si è schierata con le altre opposizioni: «Sono molto soddisfatta, grazie a una mia iniziativa si rompe un incantesimo e speriamo che sia solo l’inizio», replica la senatrice Papatheu che insieme al collega Massimo Mallegni ha condotto questa battaglia.

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