26 novembre 2018 - 22:52

Borsa e spread premiano la «svolta»
Il governo: rivedremo le spese

«Sì alla crescita, non è questione di decimali». Il differenziale scende a 290. Mattarella: la Ue è un modello

di Alessandro Trocino

Borsa e spread premiano la «svolta» Il governo: rivedremo le spese
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Matteo Renzi la chiama «la retromarcia del popolo», ma Matteo Salvini è convinto del contrario: «Non è un passo indietro, è un’avanzata». Comunque la si chiami, il governo si appresta a tentare una soluzione di compromesso con l’Europa, dopo settimane di tensioni. Volontà ribadita anche nel vertice serale che si è svolto a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e i vicepremier Salvini e Luigi Di Maio. Che si conclude con una nota che recita: «Non è una questione di decimali, obiettivo del governo è rilanciare la crescita e lo sviluppo. Confermati gli obiettivi già fissati, in particolare sulle pensioni, sul reddito di cittadinanza e sulla tutela del risparmio». Per quanto riguarda il dialogo con l’Europa, aggiunge la nota: «Si è concordato di attendere le relazioni tecniche sulle proposte di riforma che hanno più rilevante impatto sociale, al fine di quantificare con precisione le spese effettive. Le somme recuperate saranno riallocate, privilegiando la spesa per investimenti, con particolare riferimento a quelle necessarie a mettere in sicurezza il territorio e a contrastare il dissesto idrogeologico». Per ridurre il deficit, è necessario presentare emendamenti alla legge di bilancio. E la nota spiega che «saranno valutati quelli di iniziativa parlamentare e concordati quelli che saranno oggetto di approvazione».

Che non ci sia un braccio di ferro con l’Europa è una preoccupazione anche del capo dello Stato Sergio Mattarella. Che ieri è tornato a parlarne, spiegando che c’è «una cultura comune, un mosaico» e che bisogna «abbattere le barriere» per eliminare «i pregiudizi verso gli altri».

I primi segnali di cedimento sul tema deficit li aveva dati proprio Salvini. Spiegando come il deficit al 2,4% non sia più un tabù. Venire incontro all’Europa su questo, «potrebbe significare un’uscita dalla trincea. Se questo è l’unico modo per ottenere il via libera, io così gli tolgo un alibi. E se continuano a dire di no significa che è un no pregiudiziale». Non è detto che all’Europa basti ritoccare il deficit. E si vedrà se il governo — che per settimane ha ripetuto il suo niet a qualunque modifica della manovra — farà altre concessioni. È bastato, però, accennare a un’ipotesi di compromesso sul deficit, che i mercati hanno subito dato visibili segni di apprezzamento. Dopo aver chiuso a 306 punti base venerdì, il differenziale tra il Btp e il Bund tedesco a 10 anni ha terminato ieri la seduta in forte calo a 290 punti, mentre la Borsa ha festeggiato con un +2,7.

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