29 novembre 2018 - 08:34

Migranti, lite nel governo sul piano Onu. Salvini: «Mai». Conte: «Decide il Parlamento»

Il «Global compact» spacca M5S e Lega. Il premier lo aveva sostenuto: non ho cambiato idea

di Marco Cremonesi

Migranti, lite nel governo sul piano Onu. Salvini: «Mai». Conte: «Decide il Parlamento» Il ministro dell’Interno Matteo Salvini stringe la mano a quello della Famiglia Lorenzo Fontana
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Alta tensione tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini. E una mina ad alto potenziale sulla strada della maggioranza. Dopo una discussione interna al governo rimasta per giorni sottotraccia, il «Global compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare» si trasforma in una nuova occasione di scintille tra Lega e 5 Stelle. Con il Movimento favorevole all’adesione all’accordo Onu — il prossimo 10 e 11 dicembre a Marrakesh — e i salviniani ostili. Il fatto è che il presidente Conte lo scorso 26 settembre a New York si era espresso favorevolmente al Compact. E lo stesso aveva fatto, a più riprese, il ministro degli Esteri Enzo Moavero. Dopo un teso confronto che si è svolto martedì sera tra il presidente del Consiglio e i suoi due vice, il punto di caduta è stato espresso ieri dallo stesso Salvini: «Il governo del cambiamento lascia che siano i cittadini a decidere tramite i loro parlamentari. Più bello di così, piu trasparente e democratico di così non so cosa ci possa essere». Per poi mettere le mani avanti: «Anche questa volta non riusciranno a farci litigare con i 5 stelle». Insomma, la questione arriverà alle Aule. Salvini anticipa anche che «tra pochi minuti» il presidente del Consiglio annuncerà la stessa cosa. Il che accade: «Sul Global compact — dice Conte — non ho cambiato idea, è compatibile con la nostra strategia multilivello. Ho convocato un vertice con i ministri e abbiamo convenuto dopo una serena, franca valutazione delle rispettive opinioni, che su una prospettiva del genere è giusto un confronto parlamentare». Che il vertice sia stato sereno, però, lo smentiscono sia fonti stellate che leghiste. Che parlano addirittura di «lite» tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno.

Il passaggio alle Camere

Resta da capire quando la decisione approderà alle Camere. E che cosa accadrà: al di là dell’intenzione di una parte della maggioranza di prendere tempo, non è affatto detto che i parlamentari degli altri gruppi si lascino sfuggire la ghiotta occasione di lasciare la Lega isolata in aula. E se Salvini annuncia che il governo in ogni caso non sarà alla conferenza di Marrakesh, il gruppo europeo dei 5 stelle parteciperà in ogni caso con una delegazione guidata da Laura Ferrara. Peraltro, già ieri gli eurogruppi di Lega e Movimento a Bruxelles hanno votato in maniera opposta: il primo contrario a inserire il dibattito sul Compact già oggi, il secondo favorevole. E così, il piano dell’Onu rischia di diventare un innesco di tensioni anche tra gli stellati.

Un clima ad alta tensione

peggiorare il clima, il fatto che la Lega abbia votato contro alla risoluzione dei Fratelli d’Italia che chiedeva un netto no all’accordo Onu. Giorgia Meloni ha così preso la via della piazza con un flash mob di fronte a Palazzo Chigi. Per dire che «se adesso cambia politica sugli immigrati, direi che è il caso di tornare a votare». Nel suo partito, c’è anche chi fa considerazioni più insidiose: «Se adesso sono i 5 stelle a dettare la linea anche sull’immigrazione, tutto diventa davvero difficile». Anche perché la Lega ha già votato contro altri provvedimenti proposti da FdI, dal reato di integralismo islamico alla polizia piazzata fuori dai campi nomadi. E così, la grana rovina ai leghisti l’entusiasmo per la trasformazione in legge del decreto Sicurezza. Durissime le prese di posizione dem. Per il capogruppo Graziano Delrio «il vero presidente del Consiglio è Salvini che ha smentito il ministro degli Esteri e il premier. È un cambio di posizione che fa ulteriormente perdere credibilità all’Italia». Mentre Laura Boldrini (Leu) osserva che «il Global compact, il cui esito non è vincolante, vuole solo essere un forum per trovare soluzioni. L’Italia si lamenta sempre di essere lasciata sola: ma quando c’è l’occasione, non va all’incontro».

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