3 ottobre 2018 - 17:52

Pace fiscale, Savona: «Il condono? Turiamoci il naso e facciamolo, così finanziamo la riforma della Fornero»

Il ministro per gli Affari europei: «L’Italia è decisamente diversa dalla Grecia.Nessun rischio default. Il governo italiano non ha intenzione di uscire dall’euro»

di Franco Stefanoni

Paolo Savona (Ansa) Paolo Savona (Ansa)
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«L’Italia è decisamente diversa dalla Grecia: abbiamo una fortissima struttura industriale, abbiamo un ammontare di ricchezze enorme che, non trovando riscontro nel Paese, né protezione politica, né rendimento sufficiente, defluisce sull’estero». Lo afferma il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, incontrando gli europarlamentari a Strasburgo, come riportato dai microfoni di Sky, sottolineando che non ci sono le condizioni per un ipotetico default sul debito pubblico. «Infatti - continua Savona - il vero dibattito è sul condono fiscale. Allora turiamoci il naso e, se facciamo il condono fiscale, siamo in grado di finanziare altre operazioni molto importanti, come l’intera Fornero». Il ministro già ieri si era detto più prudente sui termini della manovra economica e sulle sue conseguenze in Europa. «La revisione della legge Fornero è stata decisa perché noi siamo sufficientemente convinti che avrà un moltiplicatore dell’occupazione giovanile, cioè ogni pensionato che va via trascinerà due giovani nel sistema». Savona ha poi specificato: «Né all’interno né all’esterno del governo il discorso di stare in Europa e di rispettare le regole è un punto cardine, io per primo ho messo in chiaro questo e non ho alcuna intenzione di intraprendere azioni contro l’euro. Io sono europeo, mi sento europeo, fa parte della struttura stessa del Paese, c’è chi vuole l’Europa e chi fa finta di volerla ma la vuole infilare in un cul de sac. L’Europa è fatta per dare opportunità, non per porre vincoli».

Spread raffreddato

Nella giornata di oggi, intanto, Lo spread, si è raffreddato. Il differenziale tra Btp e Bund tedesco chiude in calo a 284 punti base, con il tasso del decennale italiano al 3,31% sul mercato secondario. Ieri sia lo spread, appena oltre 300 punti base, sia il rendimento del decennale erano ai massimi dal 2014. A far calare leggermente il termometro della febbre del debito pubblico italiano è l’esito del vertice di ieri della maggioranza di governo. Lega e M5S avrebbero deciso di ammordire leggermente le posizioni sul disavanzo. Dopo l’incontro trapela da indiscrezioni che il deficit non sarà più del 2,4% del Pil per tutto il triennio dal 2019, ma che fletterebbe nelle intenzioni di Roma al 2,2% nel 2020 e al 2% nel 2021. Questo basta a ottenere da stamane una tregua sui mercati, con la Borsa di Milano che chiude in rialzo dello 0,84% e le banche che recuperano, ma non è detto né che la tregua continui né che le nuove cifre convincano Bruxelles, con cui in precedenza l’Italia si era impegnata per un deficit dell’1,6% l’anno prossimo.

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