10 ottobre 2018 - 10:04

Manovra, Salvini e Di Maio: «Lo spread? Un modo per terrorizzare i cittadini. Non torniamo indietro»

I vicepremier difendono la manovra economica: «Non si può tornare indietro». Tria: «Spread preoccupa ma reazione eccessiva non giustificata»

di Valentina Santarpia

Manovra,  Salvini e Di Maio: «Lo spread? Un modo per terrorizzare i cittadini. Non torniamo indietro»
shadow

Nessuna marcia indietro. La parola d’ordine è chiara, nel governo, anche dopo che le contrattazioni si sono riaperte con una nuova risalita dello spread. Il vicepremier Matteo Salvini si affretta a precisare: «La manovra non cambia perché lo spread o Bankitalia dicono che non devo toccare la Fornero, io vado diritto. Non torniamo indietro». Il collega Luigi Di Maio incalza: «Questa storia dello spread a 400 è solo un modo per terrorizzare i cittadini». Senza arrivare a parlare di complotto, i due alleati sono sulla stessa lunghezza d’onda: le scelte fatte, dal reddito di cittadinanza alle pensioni fino alla flat tax, restano la priorità. E le critiche del Fondo monetario internazionale, di Bankitalia, o dei mercati, non li sfiorano. Neanche la bocciatura dell’Ufficio di bilancio fa tremare il governo, che «ritiene opportuno confermare le previsioni contenute nella Nota di aggiornamento al Def», come ha sottolineato il ministro dell’Economia Giovanni Tria in audizione in commissione Bilancio di Camera e Senato. L’aumento dello spread «desta certamente preoccupazione ma voglio ribadire che si tratta di una reazione eccessiva non giustificata dai fondamentali dell’economia e della finanza pubblica italiana», ha detto il ministro. Per Tria «non si deve lasciare che la volatilità di breve termini dei mercati offuschi la nostra capacità di modulare valutazioni e previsioni equilibrate». Secondo Tria, «ciò di cui si dovrebbe discutere è unicamente il delta tra il quadro tendenziale e quello programmatico e non la misura in cui la previsione ufficiale si distacca dalle previsioni di analisti o istituzioni internazionali», visto che queste stime sono basate su «informazioni obsolete».

Famiglie e imprese: ecco quanto ci costa lo spread oltre i 300 punti
10 mila euro di Btp comprati a maggio ora valgono 8500

Salvini: «Non farsi prendere dal panico»

Il primo a farsi sentire, in apertura dei mercati, è il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ad Agorà su Rai3. «Non farsi prendere dal panico che non esiste. Lo spread è qualcuno che in multinazionali e istituti finanziari importanti decide con un click compro o vendo. Ci sono pochi, grandi personaggi che sperano che l’Italia salti. L’Italia non salta, il Governo va avanti. Se qualcuno continua a speculare sull’Italia, sbaglia a farlo».Secondo Salvini sono «tutti contro l’Italia, perché in Italia ci sono aziende sane che qualcuno vuole comprare sottocosto». Salvini nega lo scontro con l’Europa: «Siamo le persone più tranquille del mondo- assicura- Non è vero che ci conviene alzare i toni, vogliamo lavorare tranquillamente». E annuncia che il governo pensa di detassare i contribuenti che investono in titoli di Stato italiani. «Il fatto che bisogna aiutare chi investe in titoli di Stato italiani - aggiunge - è una nostra convinzione da anni. Molti dei risparmiatori attuali vanno ad aiutare economie straniere mentre mi piacerebbe che i soldi risparmiati dagli italiani aiutassero le imprese italiane, i fondi pensione italiani e non vadano a fondi d’investimento stranieri. Per far questo - spiega ancora Salvini - basta far pagare meno tasse a chi investe nel suo Paese: c’è nel contratto di governo e prescinde dagli spread e da tutto il resto».

Di Maio: «Non si può tornare indietro»

Rimanda al mittente le critiche, pari pari, anche il vicepremier Luigi Di Maio a Radio Anch’io su Radio 1. «Ci sono troppe persone dell’establishment che fanno il tifo per per lo spread a 400, ma i mercati vogliono più bene all’Italia di qualche politico italiano ed europeo. Lo spread peraltro «è stato a 270-280, e poi ora sopra 300, da quando ci siamo noi perché c’è un grande pregiudizio contro questo governo». Per Di Maio la priorità è «rendere felici i miei concittadini, e questo vale al di là dei numeri. Se vogliamo iniziare anche noi a fossilizzarci sui numeri allora faremo come quelli di prima e sarò io a dire agli italiani mandateci a casa. Questa manovra è quell’atto di coraggio che l’Italia aspettava da anni». A scanso di equivoci, Di Maio ribadisce che «Non si può tornare indietro, io non lo accetto», «se si torna indietro si tradiscono gli italiani e io i miei concittadini non li abbandono». «Non accetto - dice ancora il vicepremier - l’idea che dobbiamo tornare indietro adesso su questa manovra del popolo che restituisce i soldi ai cittadini perché Banca d’Italia, Corte dei Conti, Ufficio Parlamentare di Bilancio, sono venuti tutti a dirci che non va bene. Se Banca d’Italia viene in commissione e dice `non bisogna superare la Fornero, non si elimini la legge Fornero´, allora si può candidare a un programma elettorale e dice agli italiani che non vuole la Fornero, vediamo quanti voti prende».

Spread e interessi su mutui e prestiti: i governi degli ultimi dieci anni a confronto
L’effetto politico dello spread sui prestiti a famiglie e imprese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT