2 settembre 2018 - 21:20

Lega, Salvini: «Non facciamo politica in base alle sentenze. Il nostro nome non si tocca»

Il ministro dell’Interno sul rischio del blocco dei fondi della Lega: Rispettiamo il programma di governo, a tasche piene o a tasche vuote, colpevoli o innocenti». Sul caso Diciotti: «Al procuratore di Agrigento dico con immenso affetto che lo rifarei»

di Redazione Online

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«Noi non facciamo politica in base ai soldi e alle sentenze di questo o di quel magistrato. Abbiamo un programma di governo e quello rispettiamo. A tasche piene o a tasche vuote, colpevoli o innocenti». Così il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, a chi gli chiede se lancerebbe un partito unico del centrodestra se il Tribunale del riesame di Genova dovesse accogliere la richiesta della procura di bloccare i fondi della Lega. Salvini ha parlato arrivando alla Berghem Fest di Alzano Lombardo (Bergamo).

E la Lega non cambia nome. «Non si tocca», conferma Salvini . La Lega «c’è e ci sarà, coi soldi o senza, con condanne o senza. Perché la Lega è il popolo e il popolo non lo ferma nessuno. Preferisco avere cervello pieno e le tasche vuote e non come il Pd che ha le tasche pieno e il cervello vuoto” ha detto Salvini.

Parlando del caso Diciotti, Salvini assicura: «Al procuratore di Agrigento dico con immenso affetto che se arriverà un’altra nave in un porto italiano farò esattamente quello che ho fatto questa estate, né più né meno», insiste il ministro. «Sono arrivato a 45 anni per vivere una estate incredibile - aggiunge -. Quando feci la tessera della Lega nel 1990 non pensavo che avrei passato un’estate a farmi dare del populista, mai nella vita avrei pensato di essere indagato per il reato di sequestro di persona».

Poi la manovra: il vincolo del 3% «lo sfioreremo dolcemente, come i leghisti sanno fare, senza superarlo. Cercheremo di rispettare tutti i vincoli imposti dall’Europa, ma prima viene il benessere dei cittadini italiani, quindi che Dio ce la mandi buona» ha detto Salvini.

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