3 settembre 2018 - 18:44

Alla festa del Pd applausi a Fico (M5S): «Preoccupato per la Libia. Problema lasciato dalla Francia»

Il presidente della Camera dei deputati è stato accolto con calore nella sala dibattiti. Su Salvini: «Di rispondergli sempre non me ne frega niente»

di Franco Stefanoni

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Un convinto applauso ha accolto l’ingresso del presidente della Camera Roberto Fico nella sala dibattiti della Festa nazionale dell’Unità a Ravenna, dove partecipa ad un incontro con Graziano Delrio, capogruppo pd alla Camera. Fico, appena entrato, ha fatto un giro tra gli stand, prendendo un caffè e firmando il libro degli ospiti del bar al centro della kermesse, abbracciando alcuni volontari e ricevendo una buona accoglienza. Ha visitato anche lo stand dei deputati Pd, che ha al centro il tema dei migranti. «Prima volta alla festa dell’Unità?», ha detto, «no non è la prima. Ma non ci andavo da 15 anni. E oggi qui sono stato invitato come presidente della Camera, e andrò anche ad altre feste di altri partiti politici. Ma mi fa molto piacere essere qui e dibattere. Un segnale? Credo che quando ti arriva l’invito di un partito politico e tu sei presidente della Camera sono inviti che vanno accettati e poi parliamo francamente di tutti i temi».

«Sulla Libia sono molto preoccupato»

Fico, a margine della festa, ha parlato della crisi libica: «Sulla Libia sono molto preoccupato, perché c’è una tensione enorme ed è qualcosa di cui l’Europa si deve fare carico assolutamente. Ed è un problema grave che ci ha lasciato senza dubbio la Francia». Anche Delrio ha parlato di tensioni politiche internazionali ed emergenza migranti: «La politica sui migranti del governo ha portato al raddoppio dei morti nel Mediterraneo. Noi siamo contro l’immigrazione, abbiamo fatto la guerra agli scafisti, ma questa roba qua è inaccettabile, deve farci preoccupare che diminuiscano le partenze ma aumentino i morti».

«Il regolamento di Dublino va riformato»

«Non bisogna polarizzare gli scontri. Perché nello scontro tra chi dice `accogliamoli tutti´ e chi invece sostiene `mandiamoli a casa tutti´, ci vanno di mezzo le persone. E bisogna raccontare le storie di chi sta su quelle barche». «L’Europa è certamente un attore principale in questo quadro», ha aggiunto Fico, «il regolamento di Dublino va modificato, ma non certo in direzione dei Paesi di Visegrad e di Orban, ma verso la divisione delle quote di migranti». Inoltre, «dobbiamo riuscire a costruire un altro regolamento di Dublino, con la partecipazione di tutta Europa per avere 3 punti: se arrivi in Italia, arrivi in Europa e dobbiamo farcene carico tutti; poi corridoi umanitari, hotspot dove possibile farlo per analizzare le pratiche asilo per arrivare qui con l’aereo e non per mare rischiando di morire», sottolinea la terza carica dello Stato.

«Di rispondere sempre a Salvini non me ne frega niente»

Al presidente della Camera è stato chiesto perché, quando Salvini lo attacca, nessuno dal Movimento 5 Stelle prende le sue difese? «Non è assolutamente vero, mi hanno difeso parlamentari del M5S e ministri», ha risposto Fico, «ma non ho bisogno di difese, di creare polemiche continuamente, così come di rispondere sempre a Salvini non me ne frega assolutamente niente». Poi l’esponente M5S ha affrontato il tema dei maldipancia dentro il Movimento a causa della convivenza con la Lega. «È chiaro che ogni volta che si affrontano alcune tematiche come immigrazione ma non solo, ci sono persone che hanno sensibilità diverse», ha detto, «quindi l’importante è tenere sempre al centro il dibattito e spiegare le cose che si fanno». «Conosco il mio movimento e so bene che nel contratto di governo ci si muove, ma troppo al di là non si potrà più muovere. Sull’immigrazione noi avevamo votato una mozione nel parlamento italiano dove ci sono tre punti. E quei tre punti, in linea di massima, si seguiranno». I tre punti sono lavorare perché «se arrivi in Italia arrivi in Europa», «corridoi umanitari seri e controllati» e hotspot nei Paesi di origine. «Schiacciati sulla Lega? Vedo un contratto di governo che deve essere portato avanti nei suoi punti ma lo dico come persona che guarda al contratto dopo una lunga crisi di governo e dopo 90 giorni in cui non si riusciva a formare un governo».

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