3 settembre 2018 - 19:33

Dopo M5S e Leu, a Favara il notaio-mecenate Bartoli sceglie Movimenta

Il suo nome era circolato come possibile candidato governatore M5S per la Sicilia. Ora, insieme alla moglie, gira l’isola su un pullman per spiegare la sua scelta politica

di Felice Cavallaro

Andrea Bartoli con la moglie Florinda Saieva Andrea Bartoli con la moglie Florinda Saieva
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È sceso prima dal palco di Grillo poi da quello di Piero Grasso, lusingato anche da chi lo voleva candidare a governatore della Sicilia per i CinqueStelle, ma da sabato Andrea Bartoli, il notaio mecenate della «Cultural Farm» di Favara (Agrigento), è salito su un pullman in giro per l’isola con una nuova determinata aggregazione, Movimenta, area radicale. Per convincere i siciliani e non solo che «con l’arte, la bellezza e l’impegno culturale si può salvare il mondo». Come in qualche modo tenta di fare, insieme con la moglie Florinda Saieva, nel piccolo centro a dieci minuti dalla Valle dei Templi dove i suoi Sette cortili sono ormai meta di artisti e poeti, architetti e scultori, musicisti e scrittori che arrivano da tutto il mondo. Come i centomila visitatori registrati quest’anno. Una novità assoluta nel panorama culturale, capace di rivitalizzare un’intera economia. Una novità che potrebbe diventare un modello per il mondo politico, come si augura il segretario di Movimenta, Alessandro Fusacchia, già alto dirigente al ministero dell’Istruzione, artefice di questa operazione nata all’interno del mondo radicale, collegata all’ex ministro Emma Bonino. Anche lui sul pullman che corre da Agrigento a Catania, da Ragusa a Mazara del Vallo. Ultima tappa martedì 4 a Palermo. Nel cuore di un quartiere che 50 anni fa provocò le proteste e i digiuni di Danilo Dolci, «Danissini». Un inferno dove i bimbi crescevano fra i maiali. Un’area oggi pronta invece a rinascere grazie a un’associazione che accoglierà il pullman di Bartoli, fiero delle scelte: «Avremmo potuto decidere di salire sul carro dei vincitori, metterci con chi ha il vento in poppa, con chi ha una storia politica più longeva, organizzazioni nazionali e regionali più ramificate. E invece vogliamo fare parte di Movimenta. Evitando le risse che vanno di modo. Cercando il confronto sui contenuti. La vera sfida è la mediazione, imparare a parlare tutti insieme, imparare ad ascoltare. Per poi passare dalle parole ai fatti».

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