8 settembre 2018 - 23:17

Salvini, il ritorno al forum da ministro tra rassicurazioni e battute: mi davate biglietti massonici...

Gli incontri riservati con i capi di Tim, Snam e Generali. Al pubblico dice: corro a vedere mio nipote appena nato, se no poi odierà questo posto

di Fabrizio Massaro

Matteo Salvini (LaPresse)
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Lo scorso anno aveva promesso che sarebbe tornato a Cernobbio con la Lega al governo a mostrare i primi risultati del suo esecutivo. E aveva sorpreso la platea di imprenditori, economisti e manager del forum di The European House-Ambrosetti sottolineando di essere interessato alle nascite prima ancora che al Pil. Ieri Matteo Salvini ha mantenuto le promesse, tornando da vice premier e rivendicando i primi risultati da ministro dell’Interno: «Da quando abbiamo bloccato una nave per dieci giorni a Catania gli arrivi dalla costa l’unica sono pari a zero. Zero!». Un successo che ben il 66% dei partecipanti al forum gli riconosce in un sondaggio, sebbene metà di costoro sia perplessa sui modi utilizzati. Salvini ha lasciato ha anche salutato la nascita del figlio di sua sorella Barbara, avvenuta durante il suo intervento, come «contributo alla natalità. Scusate, dopo vi lascerò per andare a vederlo: quando sarà grande mi chiederà se l’ho visto nascere e io gli dirò di no perché ero a Cernobbio, quindi avrà sempre in odio Cernobbio»

In realtà il leader della Lega è suo agio sul palcoscenico di Villa d’Este. Parla spesso del governo in prima persona, quasi da premier. Infarcisce di battute, anche sferzanti, gli interventi in sala stampa e davanti alla platea ufficiale di Cernobbio. Ma il senso generale è di rassicurazione. Per l’economia, i mercati, l’Europa, gli alleati di governo. «Ho imparato che prima di chiamare i miei figli devo vedere come va lo spread», ammette il leader della Lega. La manovra sarà «di crescita, rispettosa dei vincoli europei». «L’anno scorso metà degli interlocutori era preoccupata, l’altra metà divertita», ricorda in apertura di discorso, «le prime volte che venivo qui c’era qualcuno che mi dava il bigliettino massonico e questa scena negli anni è avvenuta sempre più frequentemente».

Ora non è più tempo di bigliettini da visita. Salvini a Cernobbio saluta diversi imprenditori e si incontra più riservatamente con i vertici di colossi italiani e internazionali come Fulvio Conti, presidente di Tim (c’è in ballo la vendita della rete internazionale Sparkle, sensibile per ragioni di sicurezza), Marco Alverà, a capo di Snam (sugli investimenti del gruppo in Italia, per 1 miliardo l’anno, e sul tema Tap), Stefano Venturi, numero uno di Hpe Italia, Philippe Donnet, ceo delle Generali. Anche sull’inchiesta per la nave Diciotti che lo vede indagato, lascia un altro messaggio duro ma insieme rassicurante: «Che io sia un sequestratore far ridere molti ma non sono al di sopra della legge. Penso di essere un buon esecutore di quello che il popolo italiano mi chiede di fare. Bloccare il traffico di essere umani non è un mio diritto ma un mio dovere».

Rassicurazioni ma anche consapevolezza della forza conquistata sulla tentazione di elezioni anticipate: «Non guardo i sondaggi ora che danno alla Lega primo partito (al 33,5% secondo Ipsos sul Corriere, ndr). Io il sondaggio lo guarderò tra cinque anni perché farò tutto quello che umanamente e politicamente è possibile perché questo governo esaurisca il contratto firmato con gli italiani per 5 anni. Non mi interessa andare all’incasso e lasciare il Paese nell’instabilità». Ma c’è sempre una campagna elettorale da portare avanti, anche a Cernobbio. Salvini è già proiettato in Europa: per questo nelle tre ore scarse passate a Villa d’Este concede una lunga intervista alla Bbc, che andrà in onda nei prossimi giorni. Il messaggio è forte: le elezioni europee del 2019 «saranno l’ultima occasione per salvare Europa. Negli ultimi anni le politiche di austerità hanno fatto aumentare il debito pubblico di 253 miliardi di euro. Se provo a cambiare politica, magari ottengo qualcosa di diverso».

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