27 settembre 2018 - 19:53

Manovra, deficit al 2,4 del pil per tre anni. Di Maio e Salvini: «Abolita la povertà»

Atteso in serata il consiglio dei ministri che deve varare il documento economico finanziario. Fonti Lega e M5S sostengono che prevarrà la linea che vuole allargare la spesa

di Claudio Del Frate

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Intesa raggiunta sulla manovra al 2,4% di deficit sul pil. Il documento finanziario è stato approvato dal consiglio dei ministri poco dopo le 23. L’intesa è scaturita da un serrato confronto durante il quale si sono confrontate le due linee all’interno del governo. Quella capeggiata dai due vicepremier Salvini e Di Maio che spingevano per sfondare il tetto dell’1,6% concordata con l’Unione Europea e quella invece incarnata dal ministro dell’economia Tria, che invece preferiva una difesa dei conti pubblici. Alla fine il titolare del dicastero ha ceduto; il documento approvato prevede un deficit al 2,4 per tre anni consecutivi. Nel corso del summit Tria avrebbe garantito 8/10 miliardi per le coperture del reddito di cittadinanza, ma solo 2,5 per il superamento della Fornero. Una cifra ritenuta insufficiente da Di maio che avrebbe chiesto invece 8 miliardi. Al computo oltretutto mancherebbero i 2 miliardi per la riforma dei centri di impiego.

Di Maio e Salvini: obiettivi raggiunti

A riunione ancora in corso Matteo Salvini ha rilasciato una dichiarazione in cui fa largo sfoggio di ottimismo e fa intendere di aver centrato tuti i suoi obiettivi: «Tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400.000 persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell’Iva. Pienamente soddisfatto degli obiettivi raggiunti». «Via libera alla pensione di cittadinanza che dà dignità ai pensionati. Con il superamento della legge Fornero chi ha lavorato una vita può finalmente andare in pensione liberando i posti di lavoro per i nostri giovani, non più costretti a lasciare il nostro paese per avere un’opportunità. Non restano esclusi i truffati delle banche, che saranno risarciti. Per la prima volta lo Stato è dalla parte dei cittadini, per la prima volta non toglie ma dà» ha aggiunto subito dopo Di Maio.

La prime cifre

Nel testo concordato, e che secondo fonti Lega e M5S avrebbe ricevuto l’assenso anche del ministro tria sono contenuti ad esempio 10 miliardi per il reddito di cittadinanza, da distribuire secondo Salvini e Di Maio (in una dichiarazione congiunta) a 6,5 milioni di persone. Un altro miliardo e mezzo è destinato invece a risarcire i truffati delle banche. «Manovra del popolo, povertà cancellata» ribatte ancora Di Maio. Ulteriori 12 miliardi dovranno essere destinati a scongiurare l’aumento dell’Iva. Parlamentari e militanti grillini si sono riuniti davanti a Montecitorio per festeggiare e si sono poi diretti verso Palazzo Chigi. Verso le 22.30 Di maio si è affacciato al balcone osannato dalla piazza: «Ce l’abbiamo fatta! Non temiamo nè i mercati nè lo spread» ha esclamato.

Conte: «Nuova direzione di marcia all’Italia»

In serata il premier Conte ha avuto un colloquio telefonico con Mattarella. Subito dopo il capo del governo ha dichiarato su Facebook: «Abbiamo deliberato di realizzare tutte le riforme già annunciate, mantenendo fede agli impegni presi in tema di giustizia sociale. Introdurremo il reddito di cittadinanza, una seria riforma fiscale e supereremo la legge Fornero. Abbiamo programmato il più consistente piano di investimenti pubblici che sia mai stato realizzato in Italia. Il governo del cambiamento sta imprimendo una nuova direzione di marcia all’intero Paese. Stiamo facendo del bene all’Italia e agli italiani».

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I limiti dell’Europa

Il consiglio dei ministri è un passaggio cruciale: l’Italia entro oggi deve presentare i suoi obiettivi di bilancio a Bruxelles: disattendere le cifre concordate con la Ue potrebbe avere per l’Italia conseguenze sia politiche (una procedura di infrazione per eccesso di deficit) che finanziarie, con un’immediata fiammata allo spread: già nel pomeriggio, dopo che Di Maio aveva attaccato a testa bassa i «tecnocrati» e preannunciato uno sfondamento del deficit sopra il 2% («la nostra sarà una manovra del popolo») i mercati avevano subito presentato il conto. La Borsa di Milano ha chiuso in rosso, in calo dello 0,62%, «pecora nera» di un’Europa che dopo una mattinata debole ha recuperato in giornata per chiudere in positivo. A risentire del clima è stato soprattutto lo spread tra Btp decennali e Bund che in mattinata ha avuto una fiammata sfiorando i 250 punti, con il rendimento vicino al 3%, per poi chiudere a 234,92 punti, leggermente sopra i livelli di ieri quando aveva chiuso a 233. Segno che i mercati hanno messo sotto osservazione la capacità dell’Italia di ripagare il suo debito. Una prima critica è arrivata ufficialmente dal Wall Street Journal: l’obiettivo di un deficit/Pil al 2,4% nel 2019 «mette il governo anti-establishment» M5s-Lega «in rotta di collisione con l’Unione europea».

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