2 aprile 2019 - 20:43

Claudia Bugno, la consigliera di Tria: «Resto al mio posto. Ho la piena fiducia del ministro»

La 43enne rinuncia alla nomina nel cda di Stmicroeletronics. Ma solo perché entra nel consiglio dell’Agenzia spaziale italiana. I Cinque Stelle torna a chiederne le dimissioni. Il suo ruolo di superconsulente

di Lorenzo Salvia

Claudia Bugno, la consigliera di Tria: «Resto al mio posto. Ho la piena fiducia del ministro»
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«Io resto al mio posto. Certo, se il ministro mi dice che non ho più la sua fiducia sono pronta a fare un passo indietro. Ma questo non è successo». Chi in queste ore ha parlato con Claudia Bugno si è trovato davanti una donna ancora più determinata del solito. La consigliera del ministro dell’Economia Giovanni Tria è da giorni sotto attacco, accusata dal Movimento 5 Stelle di essere in perenne contrasto con il governo e anche in conflitto di interessi, perché il figlio della moglie di Tria sarebbe stato assunto nell’azienda del suo compagno. Nella giornata di ieri sono circolate, con una certa insistenza, voci di dimissioni. Ma il punto di caduta della giornata è stato diverso.

Bugno resta consigliere del ministro Tria, che le conferma «tutta la sua fiducia», anzi ci tiene a precisare che «non è mai venuta meno». Lei ritira la sua disponibilità ad entrare nel consiglio d’amministrazione di Stmicroeletronics, società per la produzione di componenti elettronici controllata al 50% dal ministero dell’Economia. Ma solo perché è stata scelta per entrare a far parte del consiglio dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, ente pubblico in cui il ministero dell’Economia nomina un consigliere. Un passo indietro e un passo in avanti. Forse anche più lungo. In un gioco a somma zero che non la mette al riparo dagli attacchi del Movimento 5 Stelle, che ne chiede ancora adesso le dimissioni da consigliere. E che è stata ribattezzata «strategia per la riduzione del danno» nei corridoi del ministero dell’Economia. Corridoi dove, magari è l’invidia ma forse no, lei non gode proprio di ottima stampa.

Romana, 43 anni, una laurea in Scienze politiche alla Sapienza della Capitale seguita da un anno all’Università di Montpellier, in Francia, Bugno è arrivata al ministero di via Venti Settembre l’estate scorsa. Il suo ingresso nello staff dei consiglieri non è stato esattamente di quelli soft. Ha chiesto e ottenuto una stanza vicino a quella del ministro, a differenza dei suoi colleghi. Ha cominciato ad occuparsi di società partecipate e nomine in modo diretto, a detta di molti un po’ ruvido, invadente. «Così vuole il ministro», ripeteva spesso durante gli incontri.

Al punto che i top manager di due grandi società, Poste e Leonardo, si sono sentiti in dovere di presentarsi di persona al ministero proprio per lamentarsi del suo modo di fare. Un incidente. Ma non è cambiato nulla. Bugno ha continuato a gestire in prima persona i dossier su Alitalia, Tim e Sace, giocando di fatto il ruolo di super consigliere del ministro. Facendo terra bruciata intorno a lui. E contribuendo in qualche modo anche all’addio di Laura Sala, che del ministero era stata fino a quel momento capo ufficio stampa. Ma se questi sono problemi interni al ministero, magari comuni in tanti luoghi di lavoro, il vero nodo della questione è politico. In questi giorni il Movimento 5 Stelle ci ha girato un po’ intorno, ma la vera accusa che il partito di Di Maio muove alla Bugno è quella di essere una «renziana». E quindi di remare contro il governo dall’interno.

Non le perdonano il fatto di essere stata nel cda di Banca Etruria, insieme al padre di Maria Elena Boschi, anche se il curriculum sul sito del ministero non lo dice. Incarico che, tra l’altro, le è costato una multa da 121.500 euro decisa da Bankitalia per «mancato controllo». Non piace ai 5 Stelle neppure il fatto che sia stata coordinatrice del comitato per le Olimpiadi di Roma 2024, con Luca Cordero di Montezemolo e Giovanni Malagò. Il vero scontro, poi, è stato su Alitalia. Bugno ha lavorato per la compagnia fino al marzo dell’anno scorso. Si occupava di public affairs, gestiva le relazioni col governo e anche i rapporti con la Santa sede per i voli del Papa. Negli incontri degli ultimi mesi non avrebbe nascosto la sua preferenza per la soluzione Lufhtansa, quella già caldeggiata dal Pd, scartata invece da Lega e Movimento 5 Stelle. Lei difende la sua posizione, anche in queste ore complicate. Difficile che il Movimento 5 Stelle non torni alla carica.

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